Torino, Cairo: "Juric non è un tema. Ha il contratto fino al 2024"

Il patron ribadisce la posizione del club granata, in attesa che il tecnico decida sul rinnovo. “Miranchuk e Lazaro? Aspettiamo la fine della stagione”

TORINO - Scrivevamo, il 9 marzo, che la questione sarebbe stata di tendenza ancora un bel po’. La questione, quella che tiene sulle spine i tifosi del Toro, è il rinnovo o, più in generale, il futuro di Ivan Juric, tornato di attualità ieri a Milano al termine dell’assemblea di Lega quando, inevitabilmente, i cronisti si sono avvicinati a Urbano Cairo, di rientro da una trasferta di lavoro in Spagna, per chiedergli se ci fossero novità. La risposta è stata tranchant: «L’abbiamo già detto. È con noi ancora per un anno. Non è un tema». Affermazione di per sé lapalissiana, perché è cosa nota che la scadenza del contratto sia fissata per il 2024: ma che assume un valore particolare a fronte del tempo che passa senza che emergano novità significative. Quel 9 marzo, raccontavamo di un’analisi molto più complessa da parte di Cairo, pungolato dalle affermazioni rilasciate qualche giorno prima dal tecnico: «È il momento del passo in avanti. Pensavo arrivasse prima, ma dobbiamo andare in questa direzione. Stare nella terra di mezzo non va bene, non è quello che vogliamo. Altrimenti, si rischia di crollare come tre anni e mezzo fa». Juric espresse così la propria insoddisfazione, alla quale Cairo replicò ricordando di averlo «assecondato» in tutto. Il verbo «assecondare» non piacque all’allenatore, tanto che, appena qualche giorno più tardi, il patron, nella speranza di smussare gli angoli, preferì definirle scelte condivise. E ribadì: «Mi aspetto di vedere Juric sulla panchina della prossima stagione, ha ancora un altro anno di contratto. Da parte nostra c’è la voglia di andare avanti e lui adesso sta facendo una riflessione. Credo che un progetto del genere debba essere almeno triennale, se non di più». Insomma, il concetto di Cairo è che non occorre avere fretta perché esiste un contratto firmato nel 2021, quando Juric rescisse con il Verona per dire sì all’offerta del Toro. Ma è ovvio che non è pensabile iniziare la prossima stagione con un tecnico in scadenza e, soprattutto, che le mosse vanno quanto meno pianificate in queste settimane: poi si può aspettare a definire gli affari, però la chiarezza di un progetto passa anche attraverso la tempistica della realizzazione.

Le strategie del Toro con e senza Juric

Avere o no Juric modifica profondamente le strategie societarie proprio perché le decisioni sono condivise. E se alcune scelte - definiamole minori - non possono avere ripercussioni sui rapporti, il discorso dei rinnovi di contratto è bollente, in particolare quelli di Miranchuk con l’Atalanta e Vlasic con il West Ham. Cairo ha ribadito di non avere fretta: «Miranchuk? Ci sono davanti undici partite, vedremo. È forte, ne siamo contenti. E uguale per Lazaro. Anche lui aveva fatto bene, poi si è infortuna to. Per i riscatti aspettiamo. Abbiamo avuto buoni inizi, ma finiamo il campionato e poi decidiamo». Di Vlasic nessuno ha chiesto nulla, tuttavia la risposta sarebbe stata la stessa. L’unica concessione è stata riservata a Izzo: «Il Monza non ha un diritto di riscatto, ma potremmo metterci a un tavolo con Galliani per discuterne. Loro sono molto contenti di lui». Cade quindi l’ipotesi di un ritorno del difensore, che a Juric non piaceva e che, non a caso, qualche giorno fa ha espresso il proprio malumore nei confronti del croato. Ma sono piccole cose, perché la principale riguarda l’argomento panchina e quel rispetto verso i tifosi che è doveroso continuare a chiedere.

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