Il Torino, Juric e la tentazione Dionisi: il Sassuolo vuole blindarlo

Emiliani in pressing per prolungare fino al 2025. L'alternativa per i granata, che si guardano intorno in attesa di risposte certe dal tecnico croato, è Zanetti
Il Torino, Juric e la tentazione Dionisi: il Sassuolo vuole blindarlo© LAPRESSE

TORINO - Mosse e contromosse. Attendiamo la conferenza di Juric, oggi pomeriggio. Qualcuno gli domanderà di sicuro un commento alle ultime esternazioni presidenziali. Per la serie: Cairo ha appena detto che lei non è un tema... Ma a questo punto, mister, lei si vede meglio come riassunto o come compito di matematica? Vabbé, dai, siamo seri. E serietà impone di scrivere che la situazione è ancora forzatamente ambigua, in assenza di una presa di posizione definitiva del tecnico croato. Lo stesso atteggiamento un po’ nervoso di Cairo, l’altro giorno davanti a taccuini e telecamere all’uscita dell’Assemblea di Lega, può lasciar pensare anche a un dente che duole, a qualche nervo scoperto. Di certo è un tema il can can che perdura da mesi, scientificamente appurabile dai 5 sensi: odore di bruciato, smorfie in bella vista, gusto agrodolce, strette di mano sfuggenti e orecchie pregne delle parole acuminate di Juric. L’apice dopo il derby: «Se l’andazzo continua, se me ne vendono di nuovo 7, non resto assolutamente».

Le parole di Cairo su Juric

E Cairo l’altro ieri, con una qual certa insofferenza: «L’abbiamo già detto. È con noi ancora per un anno. Non è un tema. Lui sa che siamo felici di rinnovare (anche sino al 2026, ndr): quando sarà pronto, me lo dirà lui. Non è un problema», dettava Cairo a inizio febbraio. Entro metà aprile, massimo fine mese, Cairo e Vagnati attendono una risposta definitiva da Juric. Ivan e il suo agente lo sanno bene da tempo. E non solo in Italia più club di media classifica potenzialmente interessati sanno bene che Ivan potrebbe anche chiedere di nuovo una rescissione contrattuale, come già nel 2021 a Verona. Casomai capitasse nelle forme e nei tempi giusti (ma al momento non si registrano forme di interessamento particolarmente concreteper Ivan), il dado sarebbe tratto: un club non verserebbe mai 4 milioni lordi a un allenatore per trattenerlo a forza, nonostante la sua spiccata tendenza a tirar bordate in privato e in pubblico e un categorico crollo delle motivazioni. Così è fin naturale che una società (in due parole: Cairo e Vagnati) si debbano anche guardare attorno, nell’attesa. Per prudenza. Il canonico piano B. «Un’exit strategy», ama dire l’anglofono presidente, in questi casi. E proprio Dionisi del Sassuolo, domani avversario del Toro in una sfida bollente per quanto c’è in palio (lapermanenza sul treno di squadre che sta correndo verso il 7° posto), rappresenta uno degli allenatori più apprezzati dai vertici granata: si sa. Oltretutto splendidamente in vetrina, in questi ultimi 3 mesi: nel girone di ritorno soltanto il Napoli (21) ha conquistato più punti degli emiliani (19). Carnevali ha cambiato marcia, non a caso. In mano vanta un diritto di prolungamento sino al 2024 (l’attuale contratto di Dionisi scadrà a giugno), ma l’ad dei neroverdi si è già spinto oltre: subito dopo Pasqua terrà un summit con il tecnico e l’obiettivo dichiarato è fargli sottoscrivere un rinnovo sino almeno al 2025. Una blindatura, insomma, che potrebbe andare in porto anche relativamente in fretta. Che in tale scenario stia salendo uno scalino dopo l’altro un’eventuale alternativa acclarata in ottica granata, ovvero Zanetti dell’Empoli, ex giocatore di Cairo particolarmente stimato dal presidente del Torino, è assolutamente consequenziale. Ma ascoltiamo Juric, oggi.

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