Primo assalto a Vlasic: il Toro ci prova, 8 milioni

Il 10 giugno scadrà il diritto di riscatto: conto alla rovescia per le trattative. L’obiettivo è abbassare la cifra pattuita ad agosto col West Ham: 13 milioni. Il croato vuole restare
Primo assalto a Vlasic: il Toro ci prova, 8 milioni© Marco Canoniero

TORINO - Ci stanno provando, dice un agente che ben conosce le dinamiche tipiche del Torino e tutto un certo sottobosco. Ora tentano con Vlasic, poi vedrai che a giugno proveranno a fare la stessa cosa per Miranchuk, puntualizza. Ci sta che Cairo e Vagnati se la giochino così, aggiunge ancora. I due giocatori non hanno mica tanta voglia di tornare indietro, lo sanno tutti, per cui c’è sempre tempo per offrire più soldi, nel caso.

Un libro stampato, questo procuratore. Nonché un fotografo della realtà. D’altra parte i corridoi del mercato italiano presentano pure strettoie, il paese è piccolo e la gente mormora. E in effetti qualcosa sta cominciando a muoversi. Vagnati ha cominciato ad arare nuovi territori, finora lasciati sostanzialmente in sonno come campi sotto la neve. Però adesso è primavera inoltrata, ci stiamo avvicinando a giugno e alcuni conti alla rovescia stanno iniziando a mettersi in moto, necessariamente. Si è sciolta la neve, ma si sta sciogliendo anche la lingua. Vedi il cambio di strategia attorno a Djidji, per esempio: Juric ha fatto da apripista, il dt ora sta provando a verificare fino a che punto il francese possa essere interessato a restare, a determinate condizioni.

Un altro conteggio temporale porta per l’appunto dalle parti di Vlasic, dal momento che il suo diritto di riscatto a favore del Torino scadrà il 10 giugno: ben prima di quelli relativi a Miranchuk (Atalanta, 11 milioni) e Lazaro (Inter, 6). La cifra pattuita ad agosto, in coda a una trattativa complicata e turbolenta col West Ham, è di 13 milioni. Ma Nikola vuole restare a Torino, lo ha già comunicato a Juric, a Vagnati e lo ha pure ammesso pubblicamente. Lo stesso dt, prima di Torino-Fiorentina, ha parlato di colloqui mirati anche per il croato, oltreché per Djidji e il russo. E ora qualcosa di nuovo sta venendo al pettine: trattasi, effettivamente, di un nodo da sciogliere.

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Al fianco del Torino, Vlasic farà pressioni sul West Ham, è scontato. Perché ha ancora ben chiari i contorni della stagione scorsa, vissuta sostanzialmente ai margini dei titolari. Gli inglesi si sono finalmente salvati, il loro campionato è stato a dir poco modesto, solo in Conference hanno acceso le lampadine dell’albero di Natale: ora vedremo in finale contro la Fiorentina. Vlasic, pur rinato a Torino, non fa parte dei loro programmi futuri, oggi come oggi. Di quelli di Juric invece sì, eccome: «Mi farebbe piacere se potesse restare», aveva dichiarato il tecnico tempo fa. Il problema è la cifra di partenza, quei 13 milioni: troppi, nel rapporto tra rendimento e prezzo. E per ora non è che ci sia una coda di squadre interessate a spendere non di meno, per Nikola. E allora, come sostiene quell’agente, in fondo Vagnati fa bene a provarci. Come? Cominciando a far annusare al West Ham la disponibilità del Torino ad acquistare il croato, nei fatti risolvendo un problema ai londinesi, però a cifre giudicate più eque, in linea con le leggi del mercato italiano. Siano gli inglesi, nel caso, a mandare tutto a monte e a provare a piazzare il loro giocatore in un’altra squadra di Premier, se proprio sono convinti di riuscire a convincere Vlasic e pure a trovare l’acquirente, il collezionista giusto.

Già un paio di settimane fa su queste colonne si preannunciava una possibile mossa sotto i 9 milioni. Adesso che ci siamo, Vagnati spera di rompere finalmente il guscio dei londinesi. E di condurli a nuove trattative sicuramente complesse, indubbiamente arroventate, ma foriere nelle speranze di un possibile accordo, strada facendo. Tu chiedi 13, io offro 8, tu scendi a 12, io salgo a 9 e via dicendo. Ma in caso di chiusure categoriche da parte del West Ham, 13 milioni o niente? Allora tanti saluti, e ci spiace per Nikola. Vedremo: così come per Miranchuk. Che poi Vagnati stia guardandosi attorno alla voce trequartisti, per esempio dalle parti di Darder dell’Espanyol, già trattato l’estate scorsa, è del tutto naturale. Fra tante esche lanciate, qualcosa di buono salterà fuori, è la filosofia.

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TORINO - Ci stanno provando, dice un agente che ben conosce le dinamiche tipiche del Torino e tutto un certo sottobosco. Ora tentano con Vlasic, poi vedrai che a giugno proveranno a fare la stessa cosa per Miranchuk, puntualizza. Ci sta che Cairo e Vagnati se la giochino così, aggiunge ancora. I due giocatori non hanno mica tanta voglia di tornare indietro, lo sanno tutti, per cui c’è sempre tempo per offrire più soldi, nel caso.

Un libro stampato, questo procuratore. Nonché un fotografo della realtà. D’altra parte i corridoi del mercato italiano presentano pure strettoie, il paese è piccolo e la gente mormora. E in effetti qualcosa sta cominciando a muoversi. Vagnati ha cominciato ad arare nuovi territori, finora lasciati sostanzialmente in sonno come campi sotto la neve. Però adesso è primavera inoltrata, ci stiamo avvicinando a giugno e alcuni conti alla rovescia stanno iniziando a mettersi in moto, necessariamente. Si è sciolta la neve, ma si sta sciogliendo anche la lingua. Vedi il cambio di strategia attorno a Djidji, per esempio: Juric ha fatto da apripista, il dt ora sta provando a verificare fino a che punto il francese possa essere interessato a restare, a determinate condizioni.

Un altro conteggio temporale porta per l’appunto dalle parti di Vlasic, dal momento che il suo diritto di riscatto a favore del Torino scadrà il 10 giugno: ben prima di quelli relativi a Miranchuk (Atalanta, 11 milioni) e Lazaro (Inter, 6). La cifra pattuita ad agosto, in coda a una trattativa complicata e turbolenta col West Ham, è di 13 milioni. Ma Nikola vuole restare a Torino, lo ha già comunicato a Juric, a Vagnati e lo ha pure ammesso pubblicamente. Lo stesso dt, prima di Torino-Fiorentina, ha parlato di colloqui mirati anche per il croato, oltreché per Djidji e il russo. E ora qualcosa di nuovo sta venendo al pettine: trattasi, effettivamente, di un nodo da sciogliere.

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