Torino, Ilic e Miranchuk pronti per l'Inter: c'è il vento dell'Est

Ultima partita del campionato, i granata devono tenere dietro le rivali: il centrocampista serbo e l'attaccante russo vogliono lasciare il segno

Un serbo e un russo. Il vento proveniente dall'est Europa soffi a sul Toro. C'è ancora un ottavo posto da conquistare, in un duello contro l'Inter in cui la qualità di Ivan Ilic e Aleksej Miranchuk può fare la diff erenza. Gente che riesce a dare del tu al pallone, gente che adesso è chiamata a prendersi una grande responsabilità: quella di trascinare i granata verso un piazzamento che - al netto delle decisioni che prenderà la Uefa sull'esclusione dalle competizioni europee della Juventus - può portare a una qualifi cazione alla prossima Conference League, distante appena tre punti o forse anche meno: in ogni caso, lo sappiamo, il Toro è pienamente padrone del proprio destino. Ivan Juric si aggrappa ai talenti più puri di cui dispone. Partendo da Ilic, un giocatore che ha voluto fortemente. Conosceva i tanti pregi e i pochi difetti del centrocampista classe 2001: lo ha allevato ai tempi del Verona e gli ha dato uno status prestigioso in Serie A. Non è un caso che prima che lo prendesse il Toro su di lui ci fosse la Lazio. Ilic, poi, ha messo la voglia di ritrovare Juric davanti a tutto. Davanti anche al Marsiglia di Tudor, che lo avrebbe volentieri accolto dopo aver completato la sua maturazione nella passata stagione, e alla prospettiva di giocarsi il titolo di Francia col Psg. Dopo un avvio stentato dettato da una caviglia sinistra in disordine, Ilic ha dimostrato tutto il proprio valore. Il Toro lo ha pagato 16 milioni e nel girone di ritorno l'upgrade si è visto, soprattutto da marzo in poi. I granata gestiscono meglio il pallone, sanno giocare in orizzontale e colpire in verticale. In mezzo la coppia champagne con Ricci è una delle più meglio assortite della Se-rie A. Per questo oggi Ilic è un giocatore indispensabile. Contro l'Inter dovrà essere il padrone del centrocampo. E magari provare a pungere in zona gol: in campionato ha già lasciato il segno contro Lazio e Spezia e in questo momento vive una fase di piena fiducia. Si è fatto subito voler bene dall'ambiente granata e adesso lavora per trascinare i compagni all'ottavo posto, non lasciando nulla di intentato e sperando di vivere le emozioni del palcoscenico europeo già l'anno prossimo. Ilic è punto fermo del Toro, una delle certezze anche del futuro.

Miranchuk, futuro incerto

Chi invece non ha la minima idea di quale maglia indosserà l'anno prossimo è Miranchuk, per il quale Cairo e Vagnati non si sono ancora sbilanciati in via definitiva sul riscatto. Ma il trequartista di proprietà dell'Atalanta si trova benissimo dov’è e rimarrebbe volentieri al Filadelfia. Ha trovato Juric, che finalmente gli ha cucito un ruolo ideale da rifi nitore. Contro l'Inter giocherà dall'inizio, non ci sono tentennamenti da parte del tecnico, che si terrà Yann Karamoh come prima alternativa da spendere a gara in corso. Al Picco, sabato, Miranchuk è stato illuminante. Meno appariscente rispetto ad altre occasioni, in cui è riuscito anche a trovare la via del gol da fuori area (ha comunque colpito una traversa), ma ha saputo gestire il pallone con una classe unica. Con la capacità straordinaria di saper fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Adesso ha anche trovato una connessione tecnica e tattica con Vlasic, giocatore col quale non era mai riuscito a dialogare alla perfezione. Con la qualità ha la possibilità di essere decisivo contro l'Inter. Con i gol (finora ne ha messi a segno 4), con gli assist (già a quota 7 in Serie A) o con le prestazioni, che negli ultimi due mesi anche da subentrato hanno spostato gli equilibri. Inevitabile che una vittoria domani possa infl uire in maniera positiva anche sul riscatto. Miranchuk lo meriterebbe: all'Atalanta non ha trovato la propria dimensione, ma a Torino è riuscito ad essere un elemento centrale nel gioco di Juric. Recentemente il tecnico gli ha riconosciuto il completamento della maturazione: "Aleksej è venuto qui perché all’Atalanta era l’ottavo attaccante, ne aveva sette davanti. Quello che sta facendo qui, tra gol e assist, è bellissimo". Quella contro l'Inter può essere la partita della consacrazione.

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