TORINO - Al primo posto il Toro, poi si parlerà del rinnovo contrattuale di Juric. Le due parti (società-tecnico) hanno preso tempo, soprattutto il club. Urbano Cairo, infatti, dopo l’importante campagna di rafforzamento prima di sbilanciarsi vuol vedere dei miglioramenti sia sotto l’aspetto del gioco sia, soprattutto, su quello dei risultati, visto che il 10º posto non gli basta più, considerando gli investimenti che sono stati fatti per accontentare il croato.
Non sono stati ceduti i big, anche se sul conto di Buongiorno il discorso è diverso: il ragazzo è rimasto in granata solo perché ha rifiutato il trasferimento all’Atalanta. In termini pratici, comunque, volontà societaria a parte, il difensore è ancora al Toro. Quindi quest’anno nessun big è stato sacrifi cato per fare cassa, come era successo la passata stagione con Bremer. Anzi, sono stati realizzati investimenti mirati: Vlasic e Lazaro sono stati presi a titolo definitivo, come voleva e chiedeva Juric,
Il mercato estivo del Torino
Bellanova è stato acquistato per rimpiazzare Singo e in attacco è stato comprato Zapata, un bomber che da tempo mancava al Toro. In più, per allargare rosa, sono arrivati l’esterno Brandon Soppy dall’Atalanta, il difensore georgiano Saba Sazonov che copre il vuoto aperto (chissà per quanto tempo) da Djidji, e il centrocampista Tameze, chiesto espressamente dall’allenatore. Insomma, tutti i reparti sono stati coperti a buon livello e rispetto alle passate stagioni la
panchina è più lunga e competitiva: ce n’è per (quasi) tutte le necessità. Basti pensare che contro il Genoa Linetty e Tameze, sulla carta due riserve, sono partiti titolari e che Radonjiic, che è un titolare, è entrato nella ripresa e ha risolto
la partita.