Torino, che Europremi! Le cifre bonus per Europa League e Conference

Si tratta tra dirigenza e giocatori sul totale da destinare alla rosa per l'eventuale qualificazione: tutti i numeri
Torino, che Europremi! Le cifre bonus per Europa League e Conference© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - A noi comuni mortali può persino fare specie, diciamo così, il fatto che tutti i giocatori di Serie A (e non solo di Serie A), già retribuiti con stipendi netti ultramilionari o molto spesso plurimilionari, trattino regolarmente con le società ulteriori premi stagionali, collettivi, legati al raggiungimento di un determinato obiettivo di squadra (scudetto, qualificazione alle Coppe europee, salvezza).

Premi collettivi che si aggiungono a quelli individuali, ad personam, già presenti nei singoli contratti. Soldi che moltiplicano soldi, tanto quanto si moltiplicano anche i fatturati societari grazie a un trionfo, a un piazzamento speciale in classifica o al mantenimento della categoria.

I premi per i giocatori del Toro

Detto questo, cominciamo. Anche nel Toro si parla di premi collettivi, da qualche tempo. Lo start risale al dopopartita di
Torino-Cagliari, 21 agosto, quando si snodò un lungo vertice tra Cairo, Vagnati e Rodriguez. «Ci tenevo a incontrarlo per fare un punto generale con lui, è il nostro capitano», spiegò a posteriori il pres. «Abbiamo parlatoin generale. Più avanti  ci ritroveremo di nuovo con lui e qualche altro compagno (i rappresentanti della commissione interna, ndr) per darci degli obiettivi realistici per la stagione». In ballo, per l’appunto, i premi collettivi da fissare per l’agognata conquista di una qualificazione in Europa (con differenti step a seconda della Coppa raggiunta). In ogni caso, puntualizzò già allora Cairo, «gli obiettivi non vanno mai detti, ma pensati e condivisi con chi deve cercare di realizzarli. E poi si lavora tutti insieme per raggiungerli». Adesso, quasi un mese dopo, se ne sa finalmente di più, anche se le trattative tra i vertici societari e i giocatori non sono ancora terminate.

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La divisione tra Europa e Conference League

La rosa ufficiale della prima squadra annovera 27 elementi, rappresentati da 3 o 4 giocatori di riferimento, al fianco di Rodriguez. Non siamo ancora arrivati alla fumata bianca, ordunque, ma sono venute a galla le cifre che rappresentano i punti cardinali delle discussioni in corso. La stella polare, se preferite. Le due colonne d’Ercole attraverso cui si possono sviluppare gli obiettivi realistici di questo Torino, toccando ferro e sperando per il meglio, sono la Conference e l’Europa League. Per quel che riguarda un’eventuale qualificazione in Europa League al termine di questo campionato, si ragiona intorno ai 50 mila euro netti di premio a testa. Significa in totale un milione e 350 mila euro netti, per tutta la rosa. Con le tasse, circa 2 milioni: questa la spesa lorda per Cairo. Si ricordi, tra l’altro, che i premi sono tassati diversamente dagli stipendi fissi. Il lordo è decisamente inferiore, non ci sono i contributi previdenziali da versare. In caso di qualificazione in Conference League, invece, si balla intorno ai 30 mila euro netti a testa, cioè 810 mila euro netti in tutto (con le tasse, circa 1,2 milioni). Chiaramente, Cairo sta cercando di limare le cifre.

E per vincere la Coppa Italia?

Nella fattispecie, di circa il 20%: diciamo 40 mila euro a testa in caso di Europa League e 25 in caso di Conference. Ci si troverà probabilmente a metà strada. Promemoria: per qualificazione, si intende specificatamente l’approdo ai gironi autunnali dei due tornei continentali (non basta raggiungere gli spareggi di Conference, per esempio: occorre vincerli). Gli accordi tra società e giocatori quanto ai premi collettivi dovranno essere depositati entro il 30 aprile, quindi ci sarà ancora tutto il tempo per modificarli alla bisogna, eventualmente (fino alla stagione passata il deposito doveva avvenire entro il 20 febbraio: la normativa è cambiata lo scorso marzo). Si tenga poi conto che tutti i componenti della rosa hanno anche già stabiliti a contratto variegati premi individuali, differenti da giocatore a giocatore: una scaletta di bonus non solo in base alle presenze in stagione, al numero di convocazioni in nazionale, alle reti segnate, agli assist-gol fatti e via dicendo, ma anche in caso di qualificazione a una Coppa europea, Champions League compresa. Infine, va detto che nelle future trattative per stabilire nei dettagli i premi collettivi per l’Europa troveranno spazio anche le discussioni per assegnare un valore economico alla possibilità di vincere la Coppa Italia. Per lo scudetto, un’altra volta. E vivaddio che non si debba più parlare di premio salvezza, da quando c’è Juric.

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TORINO - A noi comuni mortali può persino fare specie, diciamo così, il fatto che tutti i giocatori di Serie A (e non solo di Serie A), già retribuiti con stipendi netti ultramilionari o molto spesso plurimilionari, trattino regolarmente con le società ulteriori premi stagionali, collettivi, legati al raggiungimento di un determinato obiettivo di squadra (scudetto, qualificazione alle Coppe europee, salvezza).

Premi collettivi che si aggiungono a quelli individuali, ad personam, già presenti nei singoli contratti. Soldi che moltiplicano soldi, tanto quanto si moltiplicano anche i fatturati societari grazie a un trionfo, a un piazzamento speciale in classifica o al mantenimento della categoria.

I premi per i giocatori del Toro

Detto questo, cominciamo. Anche nel Toro si parla di premi collettivi, da qualche tempo. Lo start risale al dopopartita di
Torino-Cagliari, 21 agosto, quando si snodò un lungo vertice tra Cairo, Vagnati e Rodriguez. «Ci tenevo a incontrarlo per fare un punto generale con lui, è il nostro capitano», spiegò a posteriori il pres. «Abbiamo parlatoin generale. Più avanti  ci ritroveremo di nuovo con lui e qualche altro compagno (i rappresentanti della commissione interna, ndr) per darci degli obiettivi realistici per la stagione». In ballo, per l’appunto, i premi collettivi da fissare per l’agognata conquista di una qualificazione in Europa (con differenti step a seconda della Coppa raggiunta). In ogni caso, puntualizzò già allora Cairo, «gli obiettivi non vanno mai detti, ma pensati e condivisi con chi deve cercare di realizzarli. E poi si lavora tutti insieme per raggiungerli». Adesso, quasi un mese dopo, se ne sa finalmente di più, anche se le trattative tra i vertici societari e i giocatori non sono ancora terminate.

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