TORINO - A noi comuni mortali può persino fare specie, diciamo così, il fatto che tutti i giocatori di Serie A (e non solo di Serie A), già retribuiti con stipendi netti ultramilionari o molto spesso plurimilionari, trattino regolarmente con le società ulteriori premi stagionali, collettivi, legati al raggiungimento di un determinato obiettivo di squadra (scudetto, qualificazione alle Coppe europee, salvezza).
Premi collettivi che si aggiungono a quelli individuali, ad personam, già presenti nei singoli contratti. Soldi che moltiplicano soldi, tanto quanto si moltiplicano anche i fatturati societari grazie a un trionfo, a un piazzamento speciale in classifica o al mantenimento della categoria.
I premi per i giocatori del Toro
Detto questo, cominciamo. Anche nel Toro si parla di premi collettivi, da qualche tempo. Lo start risale al dopopartita di
Torino-Cagliari, 21 agosto, quando si snodò un lungo vertice tra Cairo, Vagnati e Rodriguez. «Ci tenevo a incontrarlo per fare un punto generale con lui, è il nostro capitano», spiegò a posteriori il pres. «Abbiamo parlatoin generale. Più avanti ci ritroveremo di nuovo con lui e qualche altro compagno (i rappresentanti della commissione interna, ndr) per darci degli obiettivi realistici per la stagione». In ballo, per l’appunto, i premi collettivi da fissare per l’agognata conquista di una qualificazione in Europa (con differenti step a seconda della Coppa raggiunta). In ogni caso, puntualizzò già allora Cairo, «gli obiettivi non vanno mai detti, ma pensati e condivisi con chi deve cercare di realizzarli. E poi si lavora tutti insieme per raggiungerli». Adesso, quasi un mese dopo, se ne sa finalmente di più, anche se le trattative tra i vertici societari e i giocatori non sono ancora terminate.