Radonjic, genio Toro: cuore, fantasia e nuovo contratto

Decisivo in campo prima con il Genoa e poi a Salerno, sensibile fuori e con l’idea di legarsi a lungo al club granata

Prima la magia col Genoa, poi il doppio colpo letale alla Salernitana (dopo il vantaggio firmato da Buongiorno), e ora Nemanja Radonjic vuole aprire un orizzonte lungo con il Toro. Juric dal suo artista pretendeva continuità di rendimento, e all’Arechi è stato pienamente accontentato. Cavalcando la medesima lunghezza d’onda pure in futuro, il serbo entrerebbe presto nella ristretta cerchia dei top player della Serie A. D’altronde la classe non gli è mai mancata. Per questo il suo agente Darko Ristic, avvistato nei giorni scorsi a Torino, non ha mai smesso di stuzzicarlo e incoraggiarlo.

Tuttavia ma Radonjic, come l’hanno ribattezzato i tifosi granata, finora ha mostrato soltanto a sprazzi le sue potenzialità. Ecco perché la crescita manifestata in questo primo scorcio di stagione fa sorridere anche il procuratore serbo. Nelle prossime settimane Ristic, infatti, farà di nuovo capolino nella città della Mole con due obiettivi: discutere i contratti dei suoi principali assistiti, ovvero lo juventino Dusan Vlahovic e il torinista Radonjic (scadenza 2025). Quest’ultimo da quando indossa la numero 10 si sente maggiormente responsabilizzato. Un’investitura a stella granata che l’ha galvanizzato. E in campo si vede. Nemanja sta marcando la differenza: per questo il suo manager intende sedersi al tavolo con Cairo e Vagnati. L’obiettivo è allungare fino al 2027, provando a ottenere magari anche un ritocchino all’insù per quanto riguarda gli emolumenti.

La sfida alla Roma

Questo mentre all’orizzonte si staglia la sfida contro la Roma di domenica. Una gara che per Radonjic non sarà mai come tutte le altre. Verso i capitolini il gioiello ex Marsiglia è grato, furono i primi a credere in lui (Sabatini lo pagò 4 milioni quando Nemnaja era ancora minorenne, pur di accaparrarselo…). Al tempo stesso però il Diez del Toro ha il dente avvelenato nei confronti dei giallorossi, che l’hanno scaricato a cuor leggero senza davvero concedergli una chance. Un risentimento che potrà fungere da stimolo ulteriore per sfoderare una grande prestazione e farsi rimpiangere. Per la gioia di chi come il Toro, invece, ha creduto nel suo talento riportandolo in Italia. Stavolta per recitare un ruolo da protagonista dopo il tempo vissuto nella Capitale come comparsa. E proprio Sabatini, dopo il gol al Genoa, così aveva parlato, del suo pupillo: «Quando me lo portarono a Trigoria restai abbagliato dalla sue clamorose qualità - raccontò il dirigente a Tuttosport -. Purtroppo non fummo bravi a gestirlo, avremmo dovuto accompagnarlo verso la prima squadra, aiutarlo di più».

Trattamento Juric

In come vada trattato Radonjic si sta specializzando Juric. Tecnico passato dal «non sono riuscito a renderlo un calciatore», dichiarato dopo il derby dell’ingresso e fulminea uscita dal campo dell’attaccante, al «per certe cose che fa lo amo, è uno che ha straordinarie qualità, ma come vedete tutti deve trovare la continuità che gli possa far compiere uno scatto in avanti». Quanto sta succedendo, detto che la continuità si misura nel tempo, e non nel breve arco di due o tre partite. Radonjic mica potrà giocarle tutte decidendo con gol e assist, però rispetto al passato ci si attende possa essere determinante in più del 50% delle partite. Allora sì che la sua piena maturazione sarebbe completata.

Intanto l’aderenza del serbo all’ambiente granata è evidenziata anche dal post dedicato alla piccola Laura, perita nella tragedia di Caselle: «Dedico i gol alla piccola vittima dello sfortunato episodio capitato a Torino due giorni fa - ha scritto Radonjic -. Aveva cinque anni, e sfortunatamente è morta nell’incidente. Riposa in pace».

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