Lazio-Torino, Calvarese: "Tutto bene ma...solo grazie al Var"

L'analisi della gestione arbitrale della partita vinta per 2-0 dalla squadra di Sarri contro Juric

Michael Fabbri è un arbitro internazionale che ha esordito in Serie A nel 2013, ormai dieci anni fa. Ha alternato alti e bassi senza mai purtroppo trovare la necessaria continuità. Anche in questo inizio di stagione, dopo le prime due direzioni positive, all’Olimpico in Lazio-Torino si perde nel finale.

Tecnico e disciplinare

Gara non difficile in cui l’arbitro ravennate tiene una gestione tecnica uniforme lungo i novanta minuti, senza episodi in area se non quello nel recupero: sul tiro ravvicinato di Radonjic, il pallone colpisce prima il petto e poi il braccio di Hysaj, che comunque è stretto e parallelo al corpo. Non è mai rigore: per fortuna il VAR richiama Fabbri per fargli togliere un penalty inesistente. Venticinque falli fischiati e cinque ammonizioni, tutte corrette. Ma nel finale il brutto intervento di Radonjic su Guendouzi avrebbe meritato almeno il giallo: il serbo calpesta l’avversario poco sotto il polpaccio in ritardo; siamo davvero al limite del rosso.

Personalità e controllo

Fabbri gestisce la gara con una personalità che gli deriva dalla sua grande esperienza e dalla voglia di cercare il colloquio con i calciatori. Tiene in pugno il match senza particolari problemi per gran parte della partita. Purtroppo, gli ultimi minuti rovinano una prestazione che sarebbe stata positiva.

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