Torino, cos'è successo negli spogliatoi dopo il derby perso con la Juve

Confronto duro e costruttivo dopo la sconfitta: Buongiorno, Rodriguez e Sanabria a colloquio prima con la squadra e poi con Juric
Torino, cos'è successo negli spogliatoi dopo il derby perso con la Juve© Manuela Viganti/Agenzia Aldo Liverani sas

I tifosi sono perplessi e preoccupati perché nei giocatori non vedono più lo spirito Toro: camminano, sbagliano le giocate più semplici, non mostrano abbastanza grinta e passione, non riescono neppure a battere come si deve i calci d’angolo. Che sta succedendo? E vengono in mente considerazioni inverosimili, visto che davanti a un calo così c’è da preoccuparsi seriamente. Tutte queste cose se le sono chieste anche i diretti interessati subito dopo il derby: mentre Ivan Juric era a recitare il mea culpa davanti a televisioni e taccuini, i giocatori granata hanno fatto altrettanto all’interno dello spogliatoio. Rodriguez, Sanabria e Buongiorno (sceso per consolare il gruppo) hanno tenuto a rapporto il resto della truppa. Parole e concetti chiari: un confronto (lontano da tecnico e dirigenti) che è stato duro, ma nello stesso tempo costruttivo. Si è anche cercato di capire il motivo di questi approcci alla partita troppo molli: allenamenti duri che appesantiscono le gambe? Paura di sbagliare? Pressioni per delle aspettative che frenano i muscoli e annebbiano le mente? Si è parlato di tutto. Con una conclusione: dalla prossima partita ogni giocatore dovrà dare di più. Perché il campionato è appena cominciato e c’è la possibilità di recuperare e risalire in classifica: vietato mollare, dunque, proprio ora.

Post confronto

Al termine del confronto Rodriguez (capitano), Buongiorno (vicecapitano) e Sanabria sono poi andati da Juric a esprimere, semmai ce se fosse stato bisogno, la solidarietà di tutto il gruppo: «Mister, siamo sempre con lei, ci riscatteremo, assieme usciremo da questa situazione». E dopo la piena fiducia dei giocatori, sabato sera, è arrivata anche quella del presidente Urbano Cairo, ieri. Liofilizzando il concetto, tutto il Toro è ancora con Ivan. Di sicuro, alla ripresa degli allenamenti dopo la sosta, ovvero oggi, ci sarà un confronto tra i giocatori rimasti al Fila e il tecnico per capire e capirsi. Allenamenti, sistemi di gioco, eccetera. Si cercherà di comprendere quello che non va e che, ovviamente, va corretto. Andrebbe cambiato anche il sistema di gioco, perché con questo stato di forma non ci sono elementi adatti per esaltarlo. Nel modulo di Juric gli esterni devono spingere e buttare in mezzo palloni invitanti, magari cercare anche le conclusioni, mentre i trequartisti hanno l’obbligo di inventare e segnare

Torino, il quadro della situazione

Tutte situazioni che si verificano poco e male. Bellanova e Lazaro hanno difficoltà, Vlasic e Seck non sembrano i grado di portare dribbling e magie. Radonjic è l’unico che ha fatto qualcosa di buono, però solo a intermittenza. E a queste circostanze va aggiunto che con l’arrivo di Zapata il tecnico si ritrova con due punte di valore, più Pellegri. Come si fa a tenerne fuori una per privilegiare un sistema di gioco che al momento ha portato tre sconfitte e tre pareggi in 8 giornate? Lo stesso Juric ha ammesso che deve inventarsi qualcosa di nuovo. La società gli ha messo a disposizione una rosa competitiva che va sfruttata per le sue caratteristiche e non deve essere sacrificata per il 3-4-2-1 a tutti i costi, se non funziona. Alla luce di tutto questo aspettiamoci un Toro diverso. Già alla ripresa del campionato quando al Grande Torino arriverà l’Inter, il peggior avversario che potesse capitare in un momento di crisi. Ma sarà un Toro più tosto, su questo c’è da scommetterci. Il tempo delle paure e delle perplessità deve finire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...