La scossa nelle scintille di rabbia
In fondo, proprio la diversità dei granata, intesi come tifosi, potrebbe facilitare il compito di chi guida il Toro e non si vedrà mai chiedere acquisti lussuosi, ma piuttosto il rispetto per la storia e la gloria. Di fronte alla scelta fra l’acquisto di un campione e un museo degno delle tante leggende del club, i tifosi non avrebbero dubbi. Così come non ne avrebbero fra lo sperperare denaro per presunti fuoriclasse o l’investirlo in un centro sportivo, dove magari far rinascere il settore giovanile, dove forgiare calciatori con lo spirito granata. Sì, sono concetti triti, detti e ridetti. Eppure non colti, anzi lasciati macerare nella brodaglia delle incomprensioni fra chi, anche giustamente, presenta il conto di quanto ha speso per tenere a galla il club, e chi, altrettanto giustamente, ha sempre chiesto di vivere e sognare, magari soffrendo e combattendo, non sopravvivere, anestetizzando le emozioni.
Un segnale incoraggiante
Da questo punto di vista, gli attriti d’orgoglio di ieri sera potrebbero essere un segnale incoraggiante. Le dita di Juric dovrebbero servire ad altro e i giocatori dovrebbero avere rispetto per chi li ha sempre sostenuti, ma se queste scintille riuscissero a infiammare l’orgoglio di questa squadra potrebbe essere un primo passo avanti. Da qualche parte si deve pur cominciare.