Tameze indispensabile per Juric: con lui un altro Torino

Costato meno di 3 milioni, ha stupito tutti per duttilità tattica e personalità. L'allenatore granata su di lui: "È uno spettacolo"

Torino - È la medaglia finora più luccicante sul petto di Ivan Juric, per quanto riguarda la stagione corrente. Lo ha voluto a tutti i costi, ha cercato di prenderlo prima di tutti, gli è stato vicino in ogni fase della trattativa e alla fine - a cifre contenute, e in questo la società è stata bravissima - lo ha portato a casa. Il tecnico aveva allenato Adrien Tameze al Verona e aveva toccato con mano le qualità fisiche, tecniche, tattiche e umane di un giocatore che oggi per il Toro è indispensabile. Contraddistinto da una duttilità unica, si è adattato nella sua carriera a ogni zona del campo. Tameze ha giocato da difensore centrale, da regista, da mezzala, da trequartista e persino da punta centrale, pur nascendo da centrocampista puro. Non un semplice incontrista, ma un elemento capace di leggere alla perfezione il gioco. Baciato da un'intelligenza rara nei tempi di inserimento, però anche estremamente attento e scaltro. Così Juric, in una fase di emergenza della retroguardia, lo ha provato da braccetto di destra. E adesso, dopo le sontuose prestazioni delle ultime settimane, sarà difficile toglierlo da quella posizione.

Di Tameze, contro il Sassuolo, spiccano i due assist per Sanabria e Vlasic. Due movimenti degni dell'anno d'oro di Bremer con Juric: il brasiliano lo trovavi in ogni zona del campo, grazie allo strapotere fisico, e adesso lo stesso film si sta vedendo col francese. Dominante nei duelli, feroce e aggressivo. Ma anche sapiente nella gestione della palla. La certezza è che il Toro avrebbe bisogno di tanti Tameze, un po' come tutte le squadre. Non ultima il Monza, che in estate aveva provato a regalarlo a Raffaele Palladino. Juric, però, aveva strappato una promessa ad Adrien.

Juric e il jolly Tameze

Il più classico dei jolly: con lui prendi tre e paghi uno. Le parole del tecnico, anche nella conferenza stampa di presentazione della sfida contro il Monza, evidenziano il vero motivo del legame col ragazzo: «Per me è uno spettacolo, ha valori umani fantastici. Un leader assoluto, sta facendo benissimo in un ruolo che non è il suo. Sono molto soddisfatto». Non potrebbe essere altrimenti. Tameze in pochi mesi è diventato un punto fermo dello spogliatoio. Dopo il derby perso malamente contro la Juventus ci aveva messo lui la faccia: «Le vittorie arriveranno, non ho dubbi sulla qualità della squadra», diceva dopo una delle sconfitte più pesanti - sul piano della prestazione, scadente come poche altre - dell'era Juric. Non erano solo parole di circostanza, ma un'idea chiara del Toro visto da Tameze. Una squadra con un potenziale finora espresso in minima parte. Così, nel momento del bisogno, l’ex Verona è stato l’uomo che ha preso per mano i compagni. Compresi tutti quelli con una militanza in granata più lunga della sua. Si è adattato al ruolo di sostituto di Buongiorno prima e di Schuurs poi e ora potrebbe scendere in campo persino con una gamba sola, giusto per inquadrare il valore di una pedina ritenuta indispensabile. Ovviamente contro il Monza ci sarà, di nuovo in difesa: stravolgere gli equilibri faticosamente trovati non avrebbe senso. Tameze è già una scommessa vinta sul mercato. Perché si è calato quasi subito nel contesto granata e per il prezzo tutto sommato esiguo: 2,8 milioni per un classe ‘94, già da anni all’altezza della Serie A, sono pochissimi in relazione alla resa di Adrien. La sua forza è nella testa: si è ripreso alla grande dopo un’estate sottotono e ora è semplicemente impossibile da togliere. Se non ci fosse bisogno di lui dietro, sarebbe titolare anche a centrocampo. Tameze vuol dire certezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...