Torino, un pareggio che è la sconfitta di Juric

Solo 0-0 con la Salernitana in casa davanti a un bel pubblico. Attacco sterile. E Zapata....

TORINO - Ancora una volta Ivan Juric si incarta con una squadra molto più debole, tutta votata alla difesa dal primo all’ultimo minuto, capace di chiudere spazi e produrre tonnare in ogni angolo del prato. Il Torino non batte l’ultima in classifica con la difesa più perforata di tutta la Serie A (44 gol subiti in 22 gare, al fischio d’inizio: media perfetta, 2 reti prese a incontro). La Salernitana fa il suo, il Toro no: Juric sbaglia formazione, scelte anche a strada in corso (fuori Vlasic, Ilic messo tardissimo), strategie tattiche (Zapata obbligato per 90 minuti a fare l’ala sinistra: per crossare in mezzo a chi?), atteggiamento (un minimo di forcing si è visto solo negli ultimi 5 minuti: assurdo). Un pareggio, insomma, che è innanzi tutto una sua sconfitta. E ringrazi che a fine gara i tifosi hanno ancora avuto voglia e generosità sufficiente per salutare la squadra, invece di espandere fischi nell’aria. Una sola parata di Ochoa in tutta la gara su un tiro di Linetty a metà ripresa: basterebbe sottolineare solo questo, per esprimere una sentenza di condanna.

Toro, possesso e poco altro

Il primo tempo ha detto poco. Toro con un 3-4-3, nei fatti, con Vlasic avanzato largo a destra a formare un tridente (Zapata suo contraltrare sul centrosinistra, con Sanabria in mezzo). Salernitana formalmente col 3-4-2-1, ma per larghi tratti posizionata più che altro con… l’8-1-1, a formare una Maginot davanti all’area guidata per la prima volta da Boateng e senza mai riuscire a creare pericoli, una volta col pallone tra i piedi, avanzando. La squadra di Juric mantiene il possesso per quasi tutto il primo tempo (addirittura il 70%), ma senza trovare varchi, se non qualche mischia pericolosa davanti a Ochoa. Bellanova il più atletico sulle fasce, Sazonov molto incerto nel cuore della difesa, Sanabria stramarcato e senza ossigeno da pivot, Zapata un po’… sprecato in posizione troppo laterale. Tanto movimento, ma poca rapidità, precisione ed efficacia. Si sente anche la mancanza di Ilic, in panchina. L’architetto, quando è in vena, sa inventare trame. Il geometrico Linetty sparisce di più, in gare come queste in cui il vero tesoro da disotterrare in fase di costruzione è il concetto di sorpresa abbinato alla qualità della cifra tecnica. E la prima frazione si chiude pure con l’infortunio muscolare di Rodriguez (dentro il neoarrivato Masina, ex Udinese, all’esordio in granata) a completare il quadro delle delusioni (zero tiri nello specchio, 4 conclusioni respinte).
La solfa non cambia nella ripresa. Al 20’ il primo vero tiro verso la porta (a lato, di Masina da fuori) e 2’ dopo di Linetty, con parata di Ochoa.

Juric cambia il Toro, non il trend

Sono i minuti i cui Juric cambia, mettendo Pellegri al posto di Vlasic (e non Sanabria: boh) per creare un tridente pesante, puro, con Pietro in mezzo e spostamento laterale del paraguaiano a destra, con Zapata sempre troppo confinato sulla fascia di sinistra. Solo a una decina di minuti dalla fine Juric sforna Ilic, togliendo l’altro play Ricci, me è la Salernitana con un diagonale angolatissimo di Dia a mettere i brividi (parata in tuffo di Vanja). In ogni caso, tra smistamenti e punizioni-cross ben battute (una con un colpo di testa di Pellegri di poco fuori), ha fatto più Ilic in così poco tempo che tanti suoi compagni, in fase di costruzione. Quindi la fine.
Soddisfazione per il punto, ovviamente, in casa Salernitana. Gran fastidio per l’occasione sprecata e tanta delusione, invece, tra i granata di casa, con Juric primo responsabile, inevitabilmente.

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