Dybala, Dybala, Dybala: il Torino senza difesa a Roma

L'argentino affonda la squadra di Juric: tre tiri e tre gol a Milinkovic Savic, sempre più zavorra. A segno anche Zapata e Huijsen (autorete)
Dybala, Dybala, Dybala: il Torino senza difesa a Roma© LAPRESSE

TORINO - Dybala, tanto per cambiare, asfalta con una tripletta i granata, la prima con la maglia della Roma. Il Toro perde la seconda partita di fila e doppiamente sembra una sentenza capitale sui suoi miraggi europei, dopo il 2 a 0 incassato dalla Lazio in casa e ora il ko a Roma con i giallorossi. La squadra di De Rossi torna a -4 dalla zona Champions (il 4° posto del Bologna), mostrando segnali di crescita e di maturità (e di concretezza) sempre più ammirevoli. Superata anche la stanchezza post Feyenoord. Il Torino si fa invece apprezzare soltanto per un’ora scarsa di gioco. Poi crolla, con una difesa colabrodo (il duo Sazonov-Masina, in particolare) e un portiere incapace di prenderne una: ennesima dimostrazione di gravi limiti tecnici individuali, la vera piaga della stagione, amplificati da questo refrain non certo casuale che pone sul banco degli imputati Juric (i secondi tempi da incubo tra scollamenti, crollo delle motivazioni, erroracci e assenza di reazioni adeguate).

Roma, palo di Kristensen

Gioca decisamente meglio il Torino anche contro la Roma, così come già giovedì scorso contro la Lazio, per tutto il corso del primo tempo. Pressing alto, momenti di forcing sulla trequarti, ritmo adeguato, aggressività e intensità ben lucidate, buona attenzione nelle marcature e continui interscambi in avanti (con Vlasic capace di dare pochi punti di riferimento e Gineitis combattivo in mediana). Ripetute, però le opportunità mal gestite da Sanabria al momento del tiro o dell’ultimo passaggio. Da segnalare anche una conclusione di Ricci, pure lui in palla, uscita d’un nulla vicino all’incrocio alla mezz’ora, dopo l’ennesima percussione sulla destra di Bellanova. Anche se, già al 9’, la squadra di DDR aveva avuto un’occasione grossa così per passare: palo di Kristensen quasi a porta vuota su un contropiede di Azmoun.

Torino, anche Lovato va ko

Per il resto, almeno sino al rigore regalato da Sazonov, entrato presto al posto di Lovato (infortunio muscolare al polpaccio sinistro), i giallorossi (con Lukaku in panca e Azmoun al fianco di Dybala in avanti) costruiscono poco e incidono ancor meno. Poi quel pestone inutile del georgiano proprio su Azmoun e la trasformazione dagli 11 metri di Dybala, al 42’. Ma i granata reagiscono subito e trovano l’1 a 1 appena 2’ dopo, grazie a un ottimo cross di Bellanova, come al solito incisivo sulla fascia, trasformato in rete da Zapata con un colpo di testa in mischia angolassimo. La squadra di Juric si rende poi ancora pericolosa nel recupero con Vlasic: botta da lontano respinta con difficoltà da Svilar.

Torino, male Vanja e la difesa

Granata coraggiosi anche a inizio ripresa: non a caso il portiere serbo della Roma è chiamato a respingere un diagonale ravvicinato di Lazaro, liberato da Vlasic. Fino a che, al 13’, ancora una volta il Toro paga uno dei suoi lati deboli, il portiere: Dybala tira a effetto da una trentina di metri (troppo ampio lo spazio concessogli da Masina) e Milinkovic-Savic, tanto per cambiare, legge troppo tardi la traiettoria e non si dà sufficiente spinta sulle gambe: 2 a 1. Da un po’ la Roma stava carburando meglio, per cui una volta nuovamente in vantaggio la manovra giallorossa si fa ancora più elastica e appuntita. DDR vuole chiuderla e manda in campo Lukaku al posto di Azmoun. Per un po’ il Toro ha il merito di non crollare nel morale, ma anzi di provare a reagire. Sazonov si rende pericoloso di testa, quindi al 24’ arriva il 3 a 1: splendido duetto tra Dybala e Lukaku, marcati solo a distanza da Masina e Sazonov, triangolazione perfetta e diagonale dell’argentino quasi dal fondo, con Vanja bucato (più ancora di prima) come una gruviera.

Roma, autorete dello juventino Huijsen

In pratica, la partita finisce qui. Bruttissimo segno anche questo per i granata, sfiduciati e arrendevoli, ormai incapaci di armare un minimo di forcing e di mostrare sufficiente lucidità. Per la Roma, meritevolmente, è un gioco da ragazzi, con maturità e classe, portare a casa la vittoria riposando muscoli e cervelli. Applausi una volta di più a De Rossi, artefice di una resurrezione che prosegue di settimana in settimana. Per Juric e i suoi giocatori le solite illusioni iniziali e il solito sprofondo finale. Con quasi al 90’ il gol del 3 a 2 nato in modo estemporaneo da una percussione di Ricci, poi favorito da una deviazione decisiva di Huijsen sul cross basso del centrocampista. Troppo tardi e tutto inutile.

 

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