Zapata, così è tornato Duvan. Pronto al derby, spaventa la Juve

Condizione super e tanti gol: i segreti di un'annata ad altissimi livelli, tra dieta mirata e attenzioni dei preparatori
Zapata, così è tornato Duvan. Pronto al derby, spaventa la Juve© LAPRESSE

Sono numeri spaventosi quelli di Duvan Zapata: con la doppietta di Empoli è diventato il bomber con più reti di testa in questo campionato (7) e dal suo esordio in Serie A è quello che ne ha fatte (sempre zuccate) più di tutti, avendo raggiunto quota 31. In maglia granata, poi, ha già superato la doppia cifra (11) e non ha intenzione di fermarsi. Juric, in questi ultimi giorni, su di lui ha speso parole di grande ammirazione. Prima di Empoli: «Un professionista esemplare, un perfezionista, nonostante i suoi 33 anni sta in campo per tutti i 90’ senza problemi. Cura il fisico in maniera eccezionale e sa gestire gli allenamenti duri che facciamo senza alcun problema». E dopo la doppietta in terra toscana, che non è servita per la classifica, il tecnico croato è andato oltre. «È il giocatore più forte con cui abbia avuto a che fare». Pensare che nel giorno del suo arrivo, lo ricordamo tutti, non la prese benissimo. «I programmi di mercato erano altri, poi la società mi ha preso Zapata». E meno male - aggiungiamo noi - che Cairo e Vagnati l’hanno portato al Toro, altrimenti a quest’ora il campionato granata sarebbe già mestamente finito.

Juve, Zapata il più temuto

Zapata, dunque, ha conquistato il mondo Toro e in particolare i tifosi granata. Lo dimostra, tra le altre cose, l’entusiasmo che si avverte quando lo speaker legge le formazioni. Al nome di Duvan risponde un’ovazione al cognome di Zapata: un boato da brividi forti. E proprio su di lui sono ancora appese le speranze di conquistare un posto per l’Europa e, soprattutto, battere la Juventus al Grande Torino sabato. Il colombiano è sicuramente il giocatore più temuto da parte dei bianconeri. Nonostante i 33 anni e mille battaglie riesce ancora a essere protagonista. Dietro a questa sua condizione, come del resto ha fatto capire Juric, c’è un duro lavoro da parte di tutto lo staff dei preparatori che lo ha preso in consegna dal primo giorno in cui ha superato il cancello del Filadelfia.

Zapata, leader Toro

Per prima cosa il colombiano, che ha rifiutato la convocazione con la sua nazionale per dedicarsi anima e corpo al Toro, segue alla lettera una dieta ferrea che gli ha preparato su misura il nutrizionista tenendo presente peso, altezza e massa muscolare. Dopodiché i suoi allenamenti vengono gestiti con il bilancino del farmacista. Zapata svolge tutti gli esercizi impartiti da Juric, molto duri come sappiamo, ma si concede più tempo con il defaticante. Raggruppa tutto senza strafare e quando sente che il muscolo non risponde come dovrebbe si ferma subito e va sotto le mani del fisioterapista. Decide lui stesso quando allentare la presa e quando ripartire con il lavoro. Questo gli permette di gestire al meglio il proprio corpo e nello stesso tempo mantenere una condizione molto alta ma soprattutto continua. Del resto, oltre a far gol l’attaccante spesso e volentieri torna indietro ad aiutare i centrocampisti e in alcune circostanze, soprattutto sui calci da fermo, anche i difensori. Sfrutta poi le partitelle in famiglia per studiare i movimenti dei compagni. Ultimamente lavora molto con Vojvoda (che gli ha già servito due assist decisivi) e gli altri esterni. Naturalmente segna tanto anche con la pettorina.

Il riscatto dall'Atalanta

E adesso il derby. Da subito Zapata ha fatto capire di essere arrivato a Torino per far qualcosa di importante. Sa che i tifosi vogliono finalmente vincere questa partita e punterà deciso a migliorare la sua già invidiabile classifica dei cannonieri: non si vuole fermare a 11 (12, compreso quello realizzato con l’Atalanta), insegue traguardi più ambiziosi a partire dalla sfida tanto attesa. Intanto da sabato è a tutti gli effetti un giocatore del Torino. La partita di Empoli è stata infatti la condizione che ha permesso ai granata di esercitare l’obbligo di riscatto da 8 milioni verso l’Atalanta per assicurarsi la sua voglia di gol. Bastava una partita ad aprile. È arrivato molto di più.

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