Toro, torna Ilic. La missione dell'architetto: lanci, tiri e gol

Il serbo si candida a giocare contro il Frosinone dopo 50 giorni di assenza per l’infortunio al ginocchio. Rientro fondamentale: non potrà esserci Ricci, squalificato
Toro, torna Ilic. La missione dell'architetto: lanci, tiri e gol© LAPRESSE

Da paracadute a faro. Sui social, l’altro giorno, Ivan Ilic aveva fatto i complimenti a Karol Linetty per la prestazione nel derby, seguita dalla panchina con un’etichetta sulla fronte: Mr. Exit Strategy. Soluzione d’emergenza per l’altro Ivan, Juric, casomai la partita avesse sciaguratamente portato ad altri infortuni in mediana. Come se non bastasse quel macigno caduto sulla testa del giovane centrocampista lituano Gvidas Gineitis a fine marzo in allenamento, con possibile rientro a maggio inoltrato («interessamento distrattivo al legamento crociato posteriore del ginocchio destro»). E come se non bastasse anche la defenestrazione di Adrien Tameze dal settore nevralgico del campo per poterlo recuperare da salvatore della patria in difesa, un dato di fatto ormai acclarato da diversi mesi visto il grave infortunio occorso a Perr Schuurs in ottobre (anche lui al ginocchio, lesione al crociato e campionato subito finito) e a fronte della disgraziata stagione man mano maturata per Koffi Djidji (out sino a dicembre, poi nuovamente appiedato da un infortunio muscolare ormai da più di un mese: ed è ancora da vedersi quando potrà rientrare).

Cambio etichetta

Con Tameze in difesa da braccetto di destra, ormai un must per lui, a centrocampo i reduci si contano su una mano, ma utilizzando un solo dito: appunto Linetty, ma non più (almeno per domenica contro il Frosinone) Samuele Ricci, che oggi sarà squalificato dal giudice sportivo (era diffidato e nel derby è stato ammonito con severità giudicata dai più eccessiva a fine primo tempo). Mr. Exit Strategy dovrà cambiare etichetta sulla fronte, per la partita contro i ciociari: in Mr. Wolf, «risolvo problemi». Ilic ricomincerà a far le prove di tenuta oggi al Fila, alla ripresa degli allenamenti. Nei piani di Juric, con Tameze ancora schierato per forza maggiore in difesa, il pacchetto in mediana dovrà essere formato proprio da Linetty e dal rientrante Ilic, che si era fatto male un mese e mezzo fa nei primi minuti della partita contro la Fiorentina («lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro»). La prognosi di partenza prefigurava circa un mese e mezzo di stop. Domenica, saranno trascorsi 50 giorni esatti dall’infortunio. Nella scorsa settimana, al rientro al Filadelfia dopo il lungo periodo caratterizzato da consulti, terapie e lavori di riatletizzazione a casa sua in Serbia, Ilic aveva provato ad accelerare il programma di recupero, d’intesa con i medici e con Juric, per poter almeno sedersi in panchina contro la Juve.

Scelta prudenziale

Una scelta prudenziale. Quando torneremo a vederlo contro il Frosinone, avrà sulle spalle una settimana in più di allenamenti a intensità crescente: e, nelle speranze del tecnico, con la mente sgombra da timori e con nelle gambe una tenuta atletica maggiore.
Da oggi sarà testato anche il suo grado di combattività: e le risposte arriveranno sia da una serie di esercizi personalizzati sia dalle partitelle a ranghi misti cui il serbo parteciperà, tra tackle, contrasti, scivolate, cambi di direzione improvvisi. Che si respiri fiducia sul suo recupero per domenica è acclarato. Ma siamo a inizio settimana, le indicazioni sulla sua possibile titolarità verranno a galla strada facendo. Anche perché, altrimenti, Juric sarebbe obbligato a riportare Tameze a centrocampo, nel suo ruolo naturale, con il dirottamento di Mergim Vojvoda in difesa da braccetto di destra (non sarebbe la prima volta, peraltro: vedasi la vittoria di Udine a metà marzo). Se non dall’inizio della partita, questo effetto domino tra Vojvoda e Tameze potrebbe anche rivedersi domenica nell’arco della ripresa, allorché presumibilmente Juric riporterà in panchina Ilic perché sufficientemente cotto e non ancora in possesso di una tenuta acconcia per 90 minuti.

l talentuoso architetto serbo è chiamato a un salto di qualità, nelle sei partite che ancora restano da giocare: geometrie non banali, lanci smarcanti, sventagliate, tiri dal limite, assist. Per il Torino, in cerca di un pass per la Conference. E per se stesso: giacché il suo futuro passerà anche attraverso questo finale di stagione con vista sul mercato. Finora il suo campionato è stato sufficientemente modesto o modestamente sufficiente, se preferite: 25 presenze di cui 19 da titolare, con 2 gol e altrettanti assist. Bagliori, in mezzo a prolungati grigiori.

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