Good morning, Toro: da Radio Cairo. Buongiorno, sì. Ma proferito per 35 milioni di volte dal presidente, più bonus: non si butta via nulla qui, figuratevi 5 milioni di premi incassabili strada facendo. Cairo aveva già dato a giugno con Vanoli: ma lì per risparmiare la bellezza di 200 mila euro (poco più di una mancetta, per lui: per lui il presidente, non per lui l’allenatore). Per oltre due lunghissime settimane Cairo aveva sfinito i tifosi, Vanoli e pure il Venezia, incassando un boomerang sotto il profilo dell’immagine (scelte e problemi suoi, certo) e del Torino (problemi di fegato per i tifosi, in questo caso). I soliti risolini, le solite battutine nei corridoi del mercato dispensate da altri presidenti, dirigenti, agenti e intermediari contornarono quello stucchevole tiraemolla condotto sino allo sfinimento, appunto, pur di non pagare interamente (in base a chissà quale principio che non fosse la mera utilità economica del “compratore”) il milione di euro che, da contratto, pendeva sulla clausola rescissoria del tecnico. Intanto Vagnati riscattava Masina: un milione di spesa, miracolo! Intanto Cairo aveva già capito che il Napoli sarebbe arrivato almeno a 35 milioni pur di fregare tutti (Inter e Juventus, nella fattispecie) e portarsi a casa Buongiorno. Intanto aveva anche già messo sul mercato pure Ilic, Cairo: e prossimamente riceverà altri 25 milioni, in questo caso ringraziando lo Zenit San Pietroburgo della Gazprom di Putin. Ma il denaro non ha odore, si sa, e per la Fifa è tutto lecito.
222 milioni di motivi per storcere il naso
Invece secondo noi il denaro profuma proprio, per Cairo: magari ci sbagliamo (avvisateci), però così pare. Da quando ha riportato il Toro in A, nel 2012 (l’aveva fatto retrocedere nel 2009), ha portato a casa (certo, certo: per i bilanci del club, che però possiede al 100%) ben 222 milioni di euro, considerando già soltanto le 10 cessioni più remunerative. In cambio ha dato alla gente un Toro che ha vinto in tutto e per tutto un derby uno, al massimo è arrivato settimo due volte due, e in Coppa è finito solo per grazia divina (i casi di Parma e Milan, defenestrati): una tantum, sino agli ottavi di Europa League (granata eliminati da quello stesso Zenit che ora cercherà di farsi perdonare da Cairo, a suon di milioni...). «Cairo non ama abbastanza il Toro», ci diceva ormai un paio di anni fa l’ex ct del volley Mauro Berruto: tifosissimo granata, si sa. Il deputato del Toro fu a dir poco diplomatico: il lettore si esprima come crede, intanto ci han pensato i tifosi ieri al Fila a dire la loro, in merito.
L'amaro loop delle cessioni importanti
«Il Torino Football Club comunica di aver ceduto (...) Alessandro Buongiorno» (...). «Un punto di riferimento, in campo e fuori, per tanti ragazzi: un modello da seguire per i giovani che indosseranno la maglia del Toro ispirandosi al suo esempio di impegno, serietà e professionalità. Il Torino Fc ringrazia Alessandro per il bellissimo percorso intrapreso insieme in questi anni, lo saluta con un affettuoso abbraccio e gli augura ogni bene nel proseguimento della sua carriera». Incipit della lettera d’amore di Alessandro: «Guardo all’insù, chiudo gli occhi e ripenso all’inizio, al giorno in cui Silvano Benedetti mi consiglia di lasciare la squadra sotto casa, dove giocavano tutti i miei amici, per provare a entrare nella famiglia del TORO. Mai scelta fu più giusta». Eccetera eccetera. De Laurentiis aveva appena annunciato il suo arrivo. Così si sgretola l’entusiasmo, ogni volta: e ogni volta un pezzo in più. Perché ogni volta vengono venduti i migliori, alcuni dei quali oltretutto anche capitani, quindi simboli doppiamente amati. Gli adulti del Toro si consumano nella rabbia e in un’amarezza sempre più profonda e lacerante. Mentre i bambini del Toro piangono proprio perché sono bambini del Toro. Ma se Cairo potesse vendere anche l’altrui speranza di veder nascere un Torino migliore, un giorno, che cosa farebbe il giorno prima?