Il Toro oltre Juric. Vanoli, metodi e testa: ecco cosa serve ai granata

Basta con le feroci marcature a uomo: si ragiona per reparti. E c’è chi deve ritrovare motivazioni

Prendere l’utile del triennio passato lasciando andare i concetti incongruenti rispetto al nuovo corso inaugurato da Paolo Vanoli. Questo il tema centrale, in casa Toro. L’amichevole contro la Virtus Verona, il primo tempo chiuso in svantaggio dalla squadra titolare ha detto che il percorso è lungo e tortuoso. Ma può portare alla meta, anche grazie al contributo di chi, nella ripresa, ha ribaltato il risultato consentendo ai granata di chiudere in vantaggio il test d’esordio di questa stagione (che ufficialmente scatterà con i trentaduesimi di Coppa Italia: Torino-Cosenza è in cartello l’11 agosto).

Le differenze con Juric

La base resta simile, sia con Juric che adesso la difesa è impostata a tre. La maniera attraverso la quale viene interpretato il modulo è tuttavia molto differente. Vanoli assieme al suo staff tecnico, al vice Godinho innanzitutto, sta procedendo con una rivoluzione concettuale: dalla logica uomo contro uomo a tutto campo proposta dal croato, si passa all’interpretazione per reparto. Uno scostamento che, come dichiarato nel post partita da Masina, diversi suoi compagni stanno faticando a digerire. «Si sono viste troppe teste pensare in maniera differente: e invece dobbiamo arrivare a ragionare come gruppo». Già, il problema è che i concetti di Juric in taluni si sono eccessivamente radicati. La strada da percorrere però è segnata: ascoltare e mettere in pratica quanto Vanoli sta instillando quotidianamente nella testa dei giocatori. E questo riguarda la difesa come gli altri reparti. Sabato, ad esempio, si è sentito l’allenatore richiamare spesso Horvath ad adottare la posizione che potesse consentire all’ungherese di rendersi pericoloso. Così non è stato e non per questo Horvath va bocciato, anzi a lui come a ogni altro granata in questa fase va data fiducia, va accordata la pazienza che è buona consigliera quando si intraprende un nuovo ciclo. Contestualmente, però, Horvath e compagni devono dare segnali importanti, da qui in avanti.

Un Toro solido e ambizioso

I principali passaggi da soddisfare, per puntare concretamente a lasciare il passato e costruire un Toro solido e ambizioso, sono tre. Il primo, dirimente, è seguire Vanoli. In tal senso serve una svolta nell’atteggiamento da parte di vari elementi: Vojvoda e Lazaro, per non fare nomi a caso, devono cambiare mentalità. Implicito, poi, guardare al mercato: dopo Coco - convincente all’esordio - e Paleari è in arrivo Adams. Servono poi un esterno sinistro e un altro difensore. Dopo l’uscita di Ilic, se partirà (lo Zenit è in pressing), sarebbe opportuno prendere una mezzala di inserimento. Terzo ma non ultimo, la ripresa della gara di sabato ha detto che in questo Toro ci sono giovani da lanciare, e che meritano fiducia per qualità tecniche e voglia di emergere: Dellavalle, Perciun e Njie sono i primi della lista.

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