Torino, un amore così grande non si può tradire

L'editoriale del direttore Guido Vaciago
Quando la gente protesta in modo civile va sempre ascoltata. Un corteo di diecimila persone che sfila senza un incidente amplifica il volume delle idee che porta avanti. Quando la gente protesta in modo compatto, unendo sotto un’unica idea punti di vista e modi di essere molto differenti, la forza del loro manifestare si triplica. In ogni tifoseria ci sono sempre molte componenti: dagli ultrà ai club, dai curvaioli alle famiglie; è quindi molto difficile che si ritrovino tutte dalla stessa parte in una contestazione alla società. Invece, ieri pomeriggio, il popolo granata si è unito, la frustrazione per la gestione Cairo ha amalgamato tifosi eterogenei per estrazione e attitudine, legati però dall’amore per il Toro e dall’idea che quello di Cairo non può essere il loro Toro e che il loro amore merita più rispetto, senza essere vilipeso da false promesse. Lo hanno detto con energia, con forza e, soprattutto, lo hanno detto insieme, con una compattezza che non si vedeva da tempo e la veemenza di chi, magari, ha sopportato in silenzio, ma non ha dimenticato nulla.

Le richieste del tifo granata

I tifosi di calcio, talvolta, hanno pretese insaziabili o illogiche, affetti da una specie di bulimia di acquisti e trofei. I tifosi granata, diversi anche in questo, chiedono a Cairo il rispetto per la storia del club che amano, quindi: un museo al Filadelfia che celebri la leggenda granata nel suo luogo più sacro e un centro sportivo (l’ormai famigerato Robaldo) dove vedere crescere il futuro, rinverdendo la tradizione di un vivaio prolifico nel quale maturava il talento e un inossidabile spirito di appartenenza. Finora non hanno mai ottenuto né l’uno né l’altro.I tifosi granata, poi, vorrebbero capire perché altri club, con bacini e fatturati analoghi al Toro, riescono a sviluppare progetti tecnici che hanno, per esempio, portato il Bologna in Champions League o la Fiorentina per due anni di fila in finale di Conference League. I tifosi granata vorrebbero, infine, sapere perché ogni anno, da un po’ di anni, devono assistere alla cessione dei giocatori più forti, dopo aver incassato la promessa di tenerli. E quest’ultima domanda l’ha posta, in modo compostamente indiretto, anche Paolo Vanoli, un allenatore che ha saputo imitare i tifosi e ricompattare la squadra per l’eroica vittoria sull’Atalanta.

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