TORINO - «Mister, non vedo l’ora», gli ha detto Nikola Vlasic. Si erano messi a parlottare al Fila, lui e Vanoli, in vista della partita di ieri sera. Il jolly croato sperava di tornare in panca già a questo giro. Anche perché da una decina di giorni aveva ripreso a lavorare col gruppo, aumentando i carichi di giorno in giorno, partecipando anche alle partitelle, sfornando tackle e dribbling, cambi di direzione e scatti ripetuti. Nessun dolore. Muscoli caldi, motivazioni alte: Vanoli se n’è accorto subito e scoprire Nikola così reattivo, così carico, scevro di paure e grintoso come un pitbull, come l’aveva soprannominato Juric, gli ha fatto piacere, eccome. «Per noi Vlasic è un giocatore molto importante», diceva l’allenatore dopo la vittoria di Verona. «Può essere utilizzato anche in sistemi differenti (sia da mezzala nel 3-5-2, sia da ala in un 4-3-3, sia da trequartista in un 3-4-1-2; ndr), possiede un bel cambio di passo, sa buttarsi in velocità negli spazi, ha il dribbling, crea assist, vede la porta». Già nelle settimane precedenti, ripetutamente, l’allenatore aveva sottolineato le qualità del trequartista croato, chiarendo però che in questi casi «la prudenza non è mai troppa». Vlasic non gioca in granata dal 3 maggio, contro il Bologna: mezz’ora, poi l’uscita per il dolore agli adduttori. L’8 giugno tornò in campo con la Croazia, amichevole pre-Europeo: 15 minuti finali contro il Portogallo. Il Germania era in panchina in occasione della prima partita contro la Spagna. Ma nei giorni successivi, in allenamento, la ricaduta. E già nei mesi precedenti, tra inverno e primavera, Vlasic aveva dovuto lottare con i morsi della pubalgia.
Così Vanoli su Vlasic
A inizio stagione sia i medici sia Vagnati avevano illustrato bene a Vanoli il percorso di Nikola nella scorsa stagione, tra prestazioni poco brillanti e ripetute sofferenze muscolari, condizionanti per forza il rendimento. Così il nuovo allenatore, d’intesa con lo staff sanitario, ha imboccato la strada di una iper-prudenza. Per la serie: meglio ritardare il rientro pur di riavere il giocatore completamente guarito, senza più rischi e finalmente in condizione per raggiungere man mano la forma ottimale, così da recuperare pure la brillantezza nell’inventiva (oltretutto la pubalgia in specie e in genere gli infortuni muscolari possono essere anche particolarmente infingardi). «Nikola, con la prudenza abbiamo scelto la strada giusta», gli ribadiva non a caso Vanoli nei giorni scorsi. Tra i due il rapporto è ottimo. E domenica contro la Lazio potrà finalmente arrivare il momento del jolly croato: il ritorno almeno in panchina, per poi ricominciare a giocare porzioni sempre più ampie di partite, entrando nella ripresa. «Non vedo l’ora». Dopo 5 mesi senza partite in granata, i sentimenti non possono che essere questi. Potenti, benauguranti per Vlasic. E confortanti per Vanoli, per i destini del Torino. Da ottobre, il tecnico avrà per davvero un giocatore in più: «Importante, importantissimo per noi».