Dal Toro primo in classifica a quello ultimo: alla radice del crollo

Periodo chiave della stagione: si guarderà avanti o ci si proteggerà dal ritorno di chi arriva dalle retrovie?
Dal Toro primo in classifica a quello ultimo: alla radice del crollo© Marco Canoniero

C’era il Torino primo in classifica. Era quello delle prime cinque giornate di campionato che aveva saputo raccogliere 11 punti grazie alle vittorie contro Atalanta, Venezia e Verona oltre che con i pareggi contro Milan e Lecce. Nessun’altra squadra, in quel momento, aveva saputo fare meglio o altrettanto bene. C’è ora il Torino delle ultime sei giornate che, all’opposto di quello della primissima parte di campionato, ha invece fatto peggio di tutte le altre formazioni conquistando solamente 3 punti, frutto della vittoria contro il Como. Se la Serie A fosse iniziata nel giorno di Torino-Lazio, la squadra di Vanoli sarebbe, insieme al Lecce, il fanalino di coda della classifica. Fra il Torino primo delle prime cinque giornate e quello ultimo delle restanti sei c’è in mezzo quello che in Coppa Italia è stato eliminato dall’Empoli: quell’1-2 casalingo è stato lo spartiacque di questa prima parte di stagione vissuta a due velocità, in cui dallo sfrecciare come una fuoriserie il Torino è passato a essere un cinquantino che arranca in salita.

Zapata non è un alibi

L’infortuno di Zapata e il fatto di aver incontrato quattro squadre che l’anno scorso hanno chiuso la stagione davanti in classifica hanno certamente inciso nel cammino, ma non possono essere utilizzati come alibi. Il problema non sono infatti solamente i risultati: il Torino dell’ultimo mese e mezzo è una squadra che ha mostrato tutte le proprie fragilità, prima di tutto tecniche ma anche sotto l’aspetto della concentrazione. La difesa è parsa troppo vulnerabile e se contro il Como non ha subito gol è per merito di Milinkovic-Savic, autore di quattro parate decisive e tutt’altro che semplici che hanno permesso di blindare l’1-0 finale, arrivato tra l’altro per una disattenzione avversaria. Disattenzione non troppo differente da quella che ha portato alla rete di Dybala contro una Roma certamente non in salute, che nel turno precedente aveva incassato cinque reti dalla Fiorentina e pochi giorni dopo ha perso 3-2 a Verona. Eppure nella gara dell’Olimpico il Torino non è mai riuscito a rendersi realmente pericoloso.

Il Toro torna nel limbo

Le difficoltà in fase offensiva nelle ultime settimane sono diventate un vero e proprio problema e non è un caso che l’unica rete segnata nelle ultime tre giornate sia stata quella di Njie nella già citata partita contro il Como: poi zero gol fatti contro la Roma e zero contro la Fiorentina. Anche se, va detto, nell’ultima gara la Dea Bendata, che aveva dato una grossa mano contro i lariani, non è stata d’aiuto, vedasi il palo di Pedersen o la rete annullata a Maripan per un fuorigioco di pochi centimetri. I problemi in entrambe le fasi hanno portato il Torino a perdere man mano posizioni in classifica, arrivando al decimo posto attuale. Un limbo diventato troppo famigliare negli ultimi anni, tanto dall’essere sempre più indigesto a una piazza esigente come lo è quella granata. La stagione è ancora lunga ma le prossime partite diranno se il Torino potrà guardare avanti per rincorrere le squadre che lo precedono o se dovrà voltarsi indietro, per timore di essere raggiunta da quelle che lo seguono.

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