Beto resta il primo obiettivo per l’attacco granata. Davide Vagnati si è portato avanti con il lavoro, ma la trattativa resta in salita. Il Toro ha però un vantaggio che alla distanza potrà anche diventare decisivo: il sì del giocatore. Nei giorni scorsi, infatti, il direttore tecnico dei granata ha incontrato la punta e tutto il suo entourage strappando il consenso di Beto a trasferirsi a Torino. Anche Vanoli ci ha messo del suo facendolo sentire importantissimo (lo ha contattato telefonicamente), cosa che a Liverpool non è più successa, visto che il calciatore portoghese naturalizzato guineense è stato relegato ai margini: in questa Premier appena 12 presenze in 20 giornate, scendendo in campo da titolare soltanto una volta e raccogliendo in tutto la miseria di 221 minuti giocati (più 2 presenze e una rete in Coppa). E per questo motivo, da tempo oramai, ha chiesto ai suoi dirigenti di andarsene. Il Toro, per lui, sarebbe la soluzione ideale per due motivi. Il primo (e forse più importante) e che avrebbe una maglia da titolare e nessuno lo metterebbe in discussione, il secondo è che conosce bene il campionato italiano per aver giocato, con grande profitto, nell’Udinese. Non avrebbe quindi nessun problema di ambientamento e sarebbe già pronto per dare il suo contributo.
L'offerta del Torino
Il problema è l’Everton. I granata hanno proposto un prestito con obbligo condizionato a 14 milioni. Il Toro ne verserebbe subito 3 per il prestito oneroso, e gli altri a fine stagione a determinate condizioni: 1) raggiungimento della salvezza. 2) 12 presenze da titolare. 3) almeno 8 gol realizzati che in trattativa potrebbero scendere anche a 5 o 6. Tutte soluzioni che però l’Everton ha respinto: a partire dalla cifra del prestito. Non 3, ma 5 milioni, per arrivare alla cifra complessiva da versare: 25 milioni. Siamo molto distanti, dunque, ma Vagnati tornerà alla carica forte della volontà del giocatore. Beto, comunque, non è l’unico obiettivo. E’ il principale ma non il solo. E allora il dt ha contattato il Benfica per Arthur Cabral, 26 anni, brasiliano, attuale attaccante del Benfica ed ex Fiorentina. La punta con la maglia viola ha giocato un anno e mezzo (dal 2022 al 2023) realizzando 10 gol in 42 presenze. Anche lui come Beto non ha il posto da titolare, nella sua attuale squadra di club. In campionato 221 minuti giocati e un gol, più qualche spezzone in Champions League. Il club portoghese non lo considera incedibile, tutt’altro, e Vagnati ha cominciato a imbastire i primi contatti ufficiali. La valutazione del cartellino è di 12 milioni, ma c’è ampio margine di trattativa sul prezzo. La formula può essere quella del prestito con obbligo di riscatto. Vagnati tiene aperta, anzi spalancata, la porta Cabral che piace a Vanoli. Il tecnico, infatti, ha dato il suo nulla osta al suo eventuale acquisto.
Simeone ancora in corsa
E per concludere il discorso attaccanti non bisogna abbandonare la pista Simeone, il giocatore che è stato contattato prima di tutti gli altri. Il Cholito a Napoli gioca pochissimo, tra le riserve prima di lui c’è Raspadori. De Laurentiis chiede 15 milioni ma non giocando mai il prezzo può calare. E se il Toro può investire (tra oggi e l’estate) 14 milioni per Beto, con la stessa cifra può portare a casa Simeone. Ecco perché questa possibilità non è da scartare, ma va tenuta in grande considerazione. Del resto Urbano Cairo ha già provato a prendere il giocatore in più di un’occasione, e magari questa potrà essere la volta buona. Conclusione. Tre nomi per l’attacco granata: Beto, Cabral e Simeone. Il problema è che Vanoli rischia di avere la punta a fine mercato e magari, considerando il calendario, il Toro potrebbe trovarsi in una posizione di classifica ancora più pericolosa di quanto non lo sia quella attuale. Pensare che c’era tanto tempo a disposizione per risolvere questo problema e, invece, come al solito bisognerà aspettare gli ultimi giorni di trattative. E sabato c’è il derby...