6 ottobre 2024, Inter-Torino: Zapata si infortuna. 15 ottobre: Duvan viene operato a Lione dal professor Bertrand Sonney-Cottet per la ricostruzione del legamento crociato anteriore associato a sutura del menisco mediale e laterale del ginocchio sinistro. Intervento riuscito. Dal ko a oggi sono passati 94 giorni e il Toro non ha ancora preso il sostituto. C’è stato tanto tempo per individuare il giocatore giusto e portarlo a Torino alla riapertura del mercato invernale (il 2 gennaio), eppure non è ancora arrivato nessuno. Così Paolo Vanoli, per il derby, dovrà arrangiarsi con quello che ha a disposizione e sperare che Ché Adams inventi qualche magia tipo quella di Empoli o sia decisivo come nella rimonta di Udine. Sperare non costa nulla però davanti a un appuntamento del genere, importante per il prestigio (una vittoria nelle ultime 37 sfide di campionato con la Juventus!) e fondamentale per la classifica, servivano maggiori certezze, visto che la consistenza del Toro è sotto gli occhi di tutti. E allora, come sempre, bisogna aspettare con la speranza che l’attaccante non arrivi l’ultimo giorno di mercato.
Vagnati lavora su più fronti
Davide Vagnati continua a lavorare su più fronti. E di questo bisogna dargli atto. Il direttore tecnico si muove con tanti paletti finanziari, tuttavia cerca di trovare una soluzione che accontenti Vanoli (sotto l’aspetto tecnico) e Urbano Cairo (sotto quelleo economico). Per questo continua a pressare l’Everton, soprattutto dopo aver ottenuto il sì di Beto. E non è facile. Tra prestito e obbligo di riscatto a certe condizioni i granata sono disposti ad arrivare a 14 milioni: 3 subito e gli altri alla fine, se si vericiheranno determinate condizioni (salvezza, presenze e resti segnate dal giocatore). La risposta, per adesso, è stata un secco no. L’Everton vuole modificare le condizioni, avere 5 milioni subito e altri 20 per il riscatto obbligato. Differenza notevole, quindi, però la trattativa non si è fermata. Anche perché il giocatore vuole il Toro e sta facendo forti pressioni sul suo club. Di restare in Premier non ha nessuna voglia. Gioca poco e soffre di nostalgia. La sua presa di posizione alla fine potrebbe risultare decisiva. Così, almeno, spera Vagnati che aumenterà di un po’ l’offerta, spingendosi a 15-16 milioni. Ed è chiaro che assisteremo a un braccio di ferro di non immediata soluzione. Beto resta il primo obiettivo ma se il Toro si accorgerà che le nuove condizioni continueranno a essere respinte virerà su altri obiettivi che il dt continua a monitorare da tempo.
Da Cabral a Simeone
Per esempio, Arthur Cabral, 26 anni, brasiliano, attaccante del Benfica, ex Fiorentina e quindi conoscitore del campionato italiano. La punta con la maglia viola ha giocato un anno e mezzo realizzando 10 gol in 42 presenze. Non male, quindi. Oltre ad avere l’età di Beto, ne condivide anche le poche presenze stagionali. Nel campionato portoghese, infatti, ha giocato appena 221 minuti (con un gol) oltre a qualche spezzone in Champions League. E anche lui, ovviamente, è insoddisfatto di questa situazione di precarietà e correrebbe con entusiasmo verso il Toro. La valutazione data dal Benfica al suo cartellino è di 12 milioni trattabili. Con 10 si potrebbe chiudere con la formula del prestito con obbligo. E infine tra i candidati bisogna sempre considerare Giovanni Simeone, riserva della riserva Raspadori, un attaccante che Conte non tiene in grande considerazione. Rispetto agli altri due obiettivi l’azzurro ha tre anni in più (29) e caratteristiche diverse. È una prima punta, ma di movimento. Non ha la struttura fisica per fare a sportellate con i difensori avversari e difficilmente riesce ad aprire varchi per i compagni, però possiede un grande fiuto del gol. Sa muoversi dentro l’area di rigore e, soprattutto, sa farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. De Laurentiis chiede 15 milioni, ma la tanta panchina che sta facendo Simeone ne sta diminuendo le quotazioni. È la legge del mercato e il produttore cinematografico dovrà prenderne atto.