La contestazione
Nel precedente allenamento a porte aperte gli ultras affissero anche uno striscione (poi rimosso dagli steward) contro il patron granata esprimendo, in maniera colorita, il desiderio che vendesse la società: considerato l’attuale immobilismo sul mercato (non è ancora arrivato neppure il sostituto di Zapata, nonostante si sappia da oltre tre mesi che la stagione del colombiano è già giunta al termine), con o senza striscioni, anche questo pomeriggio la Maratona griderà la propria delusione per la gestione societaria. Lo stesso copione si ripeterà anche domani, all’Olimpico Grande Torino, prima e durante la partita contro la Juventus: questa volta, a differenza dell’andata, lo stadio sarà quasi interamente granata e la squadra potrà contare su una spinta maggiore che, unita alla carica che riceverà questo pomeriggio, si spera possa contribuire a invertire il trend clamorosamente negativo (in campionato una vittoria nelle ultime 37 partite). In una stagione che, da mesi ormai, ha preso una piega storta, il derby potrebbe rappresentare un momento di svolta e ridare alla squadra quelle certezze che si sono perse da quando il ginocchio di Zapata ha fatto crack: Vanoli sa bene che domani in palio non ci saranno soltanto tre punti e anche per questo vuole provare a giocarsi tutte le carte a sua disposizione per riuscire a ottenere una vittoria. L’asso da tirare fuori dalla manica spera possano essere proprio i tifosi che cercheranno di spiegare, anche con slogan e cori, cosa rappresenta per loro il derby e con quale spirito vorrebbero venisse giocata la partita. Non certo con quello visto nella gara d’andata.