C'è un passaggio che dice tutto dello stato d'animo granata nell'esaustiva intervista di Guido Vaciago al grande tifoso Mauro Berruto, pubblicata oggi su Tuttosport. "Ciò che produce una squadra di calcio non è uguale a nessun altro settore industriale. Quello che potremmo chiamare il core business di un club è la capacità di generare passione, affetto, amore assoluto, attenzione: tutti "prodotti", diciamo così, che mancano clamorosamente in questo galleggiamento nella mediocrità del Toro di oggi. Sinceramente, sto fisicamente male a pensare che, durante il derby, i tifosi della Juventus faranno cori pro Cairo". Le parole dell'ex ct Italvolley, bronzo ai Giochi di Londra 2012, scrittore e già amministratore delegato della Scuola Holden, oggi deputato del Pd, riassumono significativamente il sentimento della gente del Toro mentre si appropinqua al derby n. 32 del ventennio di Cairo, il cui bilancio è devastante: 24 sconfitte, 6 pareggi, 1 vittoria, 56 gol subiti, 15 segnati.
"Credo che il Toro sarà venduto"
La frustrazione popolare è urticante, palpabile, naturale. Trova sfogo in una protesta incessante: finirà solo quando finirà uno dei periodi peggiori della storia sportiva torinista. Berruto ha affermato: "Credo che il Toro sarà venduto". Un'aspettativa, un auspicio, un desiderio, sinora inesauditi, inappagati epperò ultimi a cedere. Il che dà l'idea di ciò cui si devono aggrappare i pronipoti del Grande Torino, prigionieri di una mediocrità manco aurea. Semmai grigia. E, come diceva Kandinsky, precursore e fondatore della pittura astratta, il grigio è silenzioso e immobile, ma la sua è l'immobilità senza speranza.