
TORINO - L’ indice di godimento per Cairo è letteralmente schizzato alle stelle, roba che manco i razzi superdotati di Musk. Per l’indice di liquidità, invece, guardare in basso e chiedere a Lotito. Prudenza e occhio alle avvertenze, però, se tenete alla pellaccia: in questi giorni non fate ascoltare Romagna Mia al presidente della Lazio, anche se vai col liscio è diventato il motto della sua campagna acquisti. E non offritegli nemmeno un piatto di spaghetti ai Ricci, altrimenti il suo mal di fegato raddoppierebbe, ripensando a quando aveva tentato di strappare il centrocampista a Cairo senza manco arrivare a 20 milioni (Anno Domini 2023), finendo pure in quel caso con un travaso di bile. Ordunque, il ravennate Cesare Casadei non giocherà nella Lazio, ma nel Toro: musica nelle orecchie, piadine in pancia, piedi che non stanno un attimo fermi (ballano...) e una voglia matta di essere finalmente protagonista in Serie A. Stavolta ci siamo davvero e sono d’accordo anche i legali di San Tommaso. Ieri sera, in carne e ossa, la mezzala era in sede a Torino per firmare il nuovo contratto (sino al 2029 con un ingaggio a salire grossomodo da 1,5 milioni di euro netti a stagione), dopo essersi sottoposto alle visite mediche e prim’ancora all’ascolto del discorsino di rito di Cairo (a Verdi, per la cronaca, il pres chiese la Champions, un attimo dopo aver firmato un assegno da 23 milioni).
L'operazione Casadei
Per Casadei, eclettico centrocampista di talento col magnete del gol in saccoccia, manca ormai soltanto l’annuncio ufficiale, a questo punto (a tarda serata infine rinviato sia per ragioni legate a una migliore comunicazione nei tempi e nei modi, sia d’intesa con il Chelsea per un fatto di rispetto e di tempistiche sullo scambio dei documenti). Operazione da circa 15 milioni di euro (13 + 2 di bonus), con una percentuale del 20% a favore dei londinesi in caso di rivendita futura: il succo (a bilancio) è questo. Cairo batte di nuovo Lotito, un tempo acerrimo rivale di anno in anno, poi sorprendente sodale ai tavoli della politica sportiva (inversione a U per entrambi), ma ancora e sempre strenuo rivale per forza e per destino a seconda delle stagioni e degli umori: e in questi ultimi anni a Urbano era riuscito il colpaccio anche ai tavoli della giustizia sportiva con in ballo il rinvio d’un Lazio-Torino per un’epidemia di Covid. Ma che fatica, vivaddio, e che tormentone! Era da almeno due settimane che entrambi i club si affannavano a tempestare gli agenti di Casadei di telefonate, messaggini ed email. Idem il giocatore, a suo tempo pure incontrato da Vagnati a Londra. Summit ciclici con il suo rappresentante, Facchinetti, sia per i laziali a Roma sia per i granata a Torino. E tutt’attorno: un pressing forsennato con il Chelsea, mentre il ragazzo continuava a premere per tornare in Italia (di qui anche l’ultimo no al Porto, che pure offriva più di tutti sia al giocatore sia ai londinesi, oltre 15 milioni).
La lotta Cairo-Lotito
In 15 giorni le trattative intrecciate di Cairo e Lotito (Vagnati e Fabiani) hanno portato a galla tutto e il contrario di tutto: pure a colpi di rilanci minimalisti da formichine, incomprensibili agli inglesi, ma pur sempre un classico per chi segue da vicino le storie mercatare della Lazio e del Torino. A turno, a seconda dei giorni, si sono susseguiti i sorpassi e i controsorpassi a destra, per definizione a fari spenti. L’ultima, magistrale mossa (diamo a Cesare quel che è di Cesare: quando va detto, va detto) si è sviluppata nella notte tra giovedì e venerdì, allorché Cairo (in vantaggio lunedì, ma poi di nuovo man mano sorpassato da Lotito) ha alzato la posta, trovato un accordo definitivo con gli agenti di Casadei (già corteggiati il giusto nel triangolo amoroso di queste settimane) e spedito al Chelsea una nuova offerta ufficiale da 15 milioni, compresi i bonus, più quella percentuale sulla rivendita (20%). E, attenzione, con un distinguo chiave: la disponibilità a pagare subito una prima rata sostanziosa, a differenza della Lazio per i noti problemi legati all’indice di liquidità. Con Casadei pronto a trasferirsi a Torino, superando l’ultima offerta di Lotito (14 milioni tutto compreso) proprio quando il patron laziale credeva di avere ormai vinto la partita, Cairo è infine arrivato a dama: migliori condizioni non potevano più venire alla superficie per il Chelsea. E di lì in poi si è snodata la mattinata di ieri, una fiumana di contatti e di eventi (Casadei in aereo per l’Italia), che ha travolto definitivamente la Lazio. Prima dell’ora di pranzo il gong virtuale era già risuonato: ha vinto il Toro. A Roma, intanto, Romagna Mia gliela facevano ascoltare i tifosi della Lazio, a Lotito: ancora una volta furenti e in cerca di un peluche a forma di indice di liquidità, per scoprire che faccia avesse.
Dentro Casadei, fuori Ilic
Ingresso funzionale, funzionalissimo per il nuovo 4-2-3-1 di Vanoli, questa colonna dell’Under 21 che a Londra non giocava praticamente mai (zero presenze in Premier, 424 minuti giocati in 6 comparsate tra Conference e Efl Cup), vicecampione planetario con l’Under 20 (con il record dei 7 gol ai Mondiali del 2023), già enfant prodige del vivaio interista sino al ‘22 (quando il Chelsea lo prese per 15 milioni più 5 di bonus). Ingresso funzionale anche pensando all’estate: quando decollerà un’asta internazionale per Ricci. E in ogni caso, dopo il +41 milioni del mercato estivo, un altro segno + è ora in arrivo per Cairo, a meno di sorprese: perché ieri pomeriggio è decollata pure l’attesa trattativa finale tra Torino e Spartak per il passaggio a Mosca dell’ormai scaricatissimo Ilic (il Torino ha chiesto 22 milioni di cui almeno 20 di parte fissa: e i russi hanno cominciato a cedere a quota 18 +2 di bonus). Intanto il Gremio si gettava improvvisamente all’assalto di Masina, una volta di più riserva dopo l’abbandono della difesa a 3: trattativa in corso. Però restano quisquilie, queste, di fronte all’indice di godimento di Cairo: dicono che abbia chiamato Musk per offrirgli un passaggio.