
TORINO - La società è intenzionata, tra la fine di questa stagione e l’inizio della prossima, a prolungare il contratto a Paolo Vanoli per il lavoro sin qui fatto. Ha visto in lui l’uomo giusto per impostare un futuro importante e dare, finalmente, l’attacco all’Europa con più decisione. Alla luce di tutto questo il tecnico resterà in granata sino al 2027, un anno in più del rapporto stipulato il 21 giugno del 2024. L’allenatore, dunque, avrà a disposizione tre anni per portare a termine il suo progetto. Proprio il tempo che ha avuto a disposizione Juric. E non è detto che successivamente non si possa andare oltre. Ma non corriamo e veniamo al presente. Cairo e Vagnati hanno riconosciuto il gran lavoro fatto dal tecnico in una situazione non certo facile considerando che quest’estate sono stati ceduti Buongiorno e Bellanova e non è stato tenuto Rodriguez (altro pezzo da novanta) in scadenza visto che lo svizzero, finito al Betis, chiedeva troppo. E come se non bastasse si è subito infortunato Zapata, mica uno qualsiasi. Con i suoi gol il Toro si è anche trovato in testa alla classifica. Poi il momento difficile che ha portato una sconfitta dopo l’altra, un’emorragia che Vanoli è riuscito a fermare. Tutte situazioni che ha saputo gestire: da Udine (29 dicembre 2024) il Toro non ha più perso e ha stabilizzato una classifica che stava diventando pericolosa. Ha cambiato sistema di gioco mettendo in condizione alcuni suoi giocatori di rendere al massimo e, di conseguenza, li ha valorizzati. Molti granata dal suo arrivo sono cresciuti non solo a livello tecnico-tattico ma anche caratterialmente, hanno assimilato la grinta e la voglia di non mollare del proprio allenatore.
Vanoli non molla mai
Detto questo Vanoli, uno che non molla mia, vuole dare ancora di più, ricambiare la fiducia che gli ha dimostrato la società con l’intenzione estiva di portargli il contratto dal (lo ricordiamo) 2026 al 2027. L’allenatore intende dare più di quello che ha dato. Quando parla di sogni ci crede per davvero. Basta pensare alle frasi che ha detto quando è diventato l’allenatore dei granata:"Per me allenare una squadra come il Toro è un’emozione unica, un onore, un orgoglio". E c’è da crederci che darà al club ancora di più. Vuole e deve alzare l’asticella sin da subito. Fino ad oggi ha ottenuto tanti pareggi e nell’ultimo periodo solo a Empoli e contro il Cagliari è riuscito a ottenere i tre punti ed è arrivato il momento di mettere in classifica altri successi. Le prossime due sfide di campionato sono piuttosto impegnative: la trasferta a Bologna e l’incontro casalingo con il Milan. Poi il calendario sarà in discesa ma l’allenatore, nelle prossime due, punta già a fare il colpo della svolta.
Il gruppo tosto di Vanoli
Se dovesse riuscire a fare punti contro due formazioni che hanno disputato la Champions Legue (Il Bologna è fuori, il Milan sta andando avanti) si potrebbero aprire nuovi orizzonti. Ed è quello che fare Vanoli vuole dimostrare: che anche senza il sostituto di Zapata la squadra può togliersi parecchie soddisfazioni. Ma deve accelerare, i pari non fanno classifica. Venerdì sera a Bologna non ci sarà Ricci squalificato e questa è una perdita d’un certo spessore visto che il centrocampista azzurro sta attraversando uno splendido momento di forma ed è diventato capitano e leader della squadra. Sarà l’occasione di vedere Casadei dal primo minuto e Vanoli è convinto di valorizzare al massimo l’ex Chelsea: un’altra scommessa da vincere ma prima di tutto bisogna vincere le partite. Il Toro andrà a Bologna senza paura con la consapevolezza di portarsi a casa un risultato importante. I presupposti ci sono tutti, non resta che crederci. E soprattutto evitare (vedi Coco nell’ultima) le tante disattenzioni che i giocatori hanno commesso in questo campionato di alti e bassi. Basta poco per alzare il livello, soprattutto adesso che il Toro è diventato un gruppo tosto.