Giuntoli lo voleva alla Juve, ora è un guerriero al Toro: la certezza di Baroni nel derby

Un anno fa l'ex dirigente bianconero aveva pensato a lui per sostituire l’infortunato Bremer, ma l’affare non si fece
Giuntoli lo voleva alla Juve, ora è un guerriero al Toro: la certezza di Baroni nel derby© Getty Images

E pensare che avrebbe potuto giocare il derby della Mole a maglie invertite. Ardian Ismajli un anno fa, di questi tempi, era finito nella lista degli osservati della Juventus, con l’allora dt bianconero Cristiano Giuntoli che l’aveva messo nel mirino per tappare la falla originatasi dopo il grave infortunio occorso a Bremer. Un’idea che poi strada facendo, però, non è decollata per diversi motivi. In primis lo stop di Cabal che ha indotto la Juve a puntare su un mancino per puntellare il reparto (figura poi identificata in Kelly), ma soprattutto la decisione dell’Empoli di non privarsi del suo pilastro a campionato in corso. E così il treno bianconero è passato, anche il nazionale albanese ha continuato a far bene nel corso della stagione passata. Tanto che il suo rendimento non è passato inosservato, con Napoli e soprattutto Lazio sulle sue tracce in primavera. Coi biancocelesti vicinissimi a prenderlo su input di Marco Baroni. Il blocco del mercato in entrata e l’addio del tecnico toscano, però, hanno stoppato l’affare prima della chiusura. E così, proprio insieme all’allenatore fiorentino, Ardian ha preso la via di Torino per indossare la maglia granata.

Un incastro ideale

Un incastro ideale, almeno col senno del poi. Ismajli, infatti, ha trovato la piazza giusta per alzare il livello e provare a centrare un posto in Europa. Il desiderio dei tifosi del Toro coincide col suo sogno: giocare una delle coppe internazionali. Obiettivo non semplice da centrare, ma comunque alla portata. Soprattutto se l’ex Hajduk dovesse continuare a brillare. Non può essere un caso, infatti, che dal suo ritorno in campo dopo l’infortunio alla coscia destra, che l’ha frenato a inizio campionato, il Toro non abbia più perso. I numeri in tal senso sono eloquenti: da Torino-Napoli a Torino-Pisa sono arrivati 8 punti in 4 gare, frutto di 2 successi (Napoli e Genoa) e altrettanti pareggi (Bologna e Pisa). Il segnale di come il rientro in squadra del classe 1996 abbia conferito sostanza e solidità al reparto arretrato. Adesso la prova di maturità più attesa dal popolo granata, ovvero la stracittadina torinese. Per fermare e provare a battere la Juve servono elementi di grande personalità e dallo spirito guerriero: gente come Ismajli, appunto. Il centrale tra l’altro sa come fermare lo spauracchio Dusan Vlahovic.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Torino

La speranza del Toro

Per informazioni in merito chiedere a Thiago Motta che l’anno scorso iniziò a metà settembre proprio al Castellani con l’Empoli la sequela poi diventata infinita di pareggi. Merito o colpa - a seconda dei punti di vista - di Ismajli che anestetizzò e annullò il cannoniere serbo. In quell’inizio di stagione sfolgorante prima di farsi male il difensore albanese aveva lasciato a digiuno altri grossi calibri offensivi come Kean, Lukaku, Thuram, Dovbyk, Castro, Piccoli e Castellanos. Non a caso al momento del suo infortunio i toscani veleggiavano a metà classifica e paradossalmente erano più vicini alla Conference che alla zona retrocessione. Ora il Toro spera di rivedere Ismajli quanto prima su quei livelli, magari a partire proprio dal derby.

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E pensare che avrebbe potuto giocare il derby della Mole a maglie invertite. Ardian Ismajli un anno fa, di questi tempi, era finito nella lista degli osservati della Juventus, con l’allora dt bianconero Cristiano Giuntoli che l’aveva messo nel mirino per tappare la falla originatasi dopo il grave infortunio occorso a Bremer. Un’idea che poi strada facendo, però, non è decollata per diversi motivi. In primis lo stop di Cabal che ha indotto la Juve a puntare su un mancino per puntellare il reparto (figura poi identificata in Kelly), ma soprattutto la decisione dell’Empoli di non privarsi del suo pilastro a campionato in corso. E così il treno bianconero è passato, anche il nazionale albanese ha continuato a far bene nel corso della stagione passata. Tanto che il suo rendimento non è passato inosservato, con Napoli e soprattutto Lazio sulle sue tracce in primavera. Coi biancocelesti vicinissimi a prenderlo su input di Marco Baroni. Il blocco del mercato in entrata e l’addio del tecnico toscano, però, hanno stoppato l’affare prima della chiusura. E così, proprio insieme all’allenatore fiorentino, Ardian ha preso la via di Torino per indossare la maglia granata.

Un incastro ideale

Un incastro ideale, almeno col senno del poi. Ismajli, infatti, ha trovato la piazza giusta per alzare il livello e provare a centrare un posto in Europa. Il desiderio dei tifosi del Toro coincide col suo sogno: giocare una delle coppe internazionali. Obiettivo non semplice da centrare, ma comunque alla portata. Soprattutto se l’ex Hajduk dovesse continuare a brillare. Non può essere un caso, infatti, che dal suo ritorno in campo dopo l’infortunio alla coscia destra, che l’ha frenato a inizio campionato, il Toro non abbia più perso. I numeri in tal senso sono eloquenti: da Torino-Napoli a Torino-Pisa sono arrivati 8 punti in 4 gare, frutto di 2 successi (Napoli e Genoa) e altrettanti pareggi (Bologna e Pisa). Il segnale di come il rientro in squadra del classe 1996 abbia conferito sostanza e solidità al reparto arretrato. Adesso la prova di maturità più attesa dal popolo granata, ovvero la stracittadina torinese. Per fermare e provare a battere la Juve servono elementi di grande personalità e dallo spirito guerriero: gente come Ismajli, appunto. Il centrale tra l’altro sa come fermare lo spauracchio Dusan Vlahovic.

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