Non arriva da due anni semplici, anzi. Nella drammatica stagione del Sassuolo, terminata con una dolorosa retrocessione, Martin Erlic è stato uno dei grandi protagonisti in negativo. Tanti errori, un rendimento deficitario e in generale un'involuzione che ha coinvolto anche lui, che essendo un classe '98 avrebbe dovuto trainare il gruppo anziché affondare prima degli altri. E pure l'anno prima, pur in un'annata che per la squadra allora guidata da Dionisi si poteva considerare positiva, aveva fatto non poca fatica, complici anche le fatiche accumulate dopo il Mondiale. Erlic, però, resta un egregio difensore. Appetibile in Serie A e decisamente un pesce fuor d'acqua nella categoria inferiore, motivo che spinge il Sassuolo a valutare una cessione.
Interessa Erlic, ma non solo al Torino
Si è fatto avanti, proprio in queste ore, il Toro. Il croato non è una primissima scelta per Davide Vagnati, ma è un profilo funzionale in virtù delle incognite sollevate dalle condizioni fisiche precarie di Perr Schuurs. I granata si stanno cautelando, perché iniziare la stagione con un enigma di questo tipo non è il massimo. In rosa c'è Saba Sazonov, ma dargli troppe responsabilità al secondo anno in granata rischierebbe di bruciarlo. Così prende quota Erlic, un centrale purissimo, proprio il tipo di giocatore che immagina Vanoli se non dovesse poter contare a stretto giro su Schuurs. Il sondaggio esplorativo col Sassuolo si fa sempre più serrato: il Toro ragiona su un prestito con diritto di riscatto. Una parte fissa intorno ai 500 mila euro, con la possibilità di acquisirlo a titolo definitivo definita ad una cifra che si aggira intorno ai 6/7 milioni. Erlic al Filadelfia verrebbe anche a piedi, pur di riassaporare la massima serie. Ma le squadre che vogliono l'ex Spezia sono tante: Stoccarda e Hoffenheim su tutte, ma pure Parma ed Empoli un pensierino lo stanno facendo. Per il Toro non è ancora una priorità, ma Vagnati vuole evitare che il capitolo centrale difensivo diventi un'urgenza. Per questo i discorsi col Sassuolo sono iniziati.
Il sì di Hajdari
Si sono fermati, in compenso, i negoziati col Lugano. E verosimilmente riprenderanno nei prossimi giorni, visto che la volontà di Albian Hajdari è quella di vestire la maglia del Toro. Il centrale, che Vanoli intende valorizzare consegnandogli l'eredità del ruolo di braccetto sinistro ricoperto egregiamente da Rodriguez negli ultimi tre anni, prenderà parte alla sfida di questa sera valevole per il secondo turno preliminare di Champions League contro il Fenerbahce di Mourinho. Hajdari ha infatti regolarmente svolto l'allenamento della vigilia insieme ai compagni, per cui è possibile che il Lugano lo porti almeno in panchina dopo averlo relegato in tribuna nell'esordio in campionato contro il Grasshopper. L'Augsburg resta sempre in agguato sul giocatore, che però ha contestualmente già dato la parola al Toro, trovando un'intesa per un contratto quadriennale a circa 600 mila euro netti a stagione.
Tira e molla col Lugano, aspettando...Mourinho
Gli svizzeri, però, non arretrano di un centimetro sulla valutazione del classe 2003 che è stato di proprietà della Juventus dall'estate 2020 a quella 2022. Hajdari, infatti, non lascia il Canton Ticino per meno di 6 milioni più il 20% sulla futura rivendita, una formula che i club elvetici spesso inseriscono (vedi il Basilea con Calafiori: mai scelta fu più azzeccata). Il Toro per ora si è avvicinato a 5 milioni, senza però farsi strangolare dalle richieste del Lugano. Vagnati è sicuramente irritato, perché sperava di consegnarlo prima a Vanoli, ma se intende insistere su Hajdari dovrà aspettare. Almeno l'esito della gara di questa sera: se Mourinho e i suoi uomini dovessero depennare il Lugano dalla lista delle pretendenti al nuovo format della Champions League la trattativa può vivere una nuova fase di decollo. Altrimenti ne approfitterà l'Augsburg, che dovrà solo pensare ad accontentare il difensore, ancora stregato dalla prospettiva di poter diventare centrale nel progetto tecnico granata.