Nato in Austria da genitori serbi, tedesco di nazionalità e di formazione, affermatosi in Polonia. Dentro Kosta Runjaic ci sono tutte quelle particolarità che lo rendono in qualche modo affine a una terra di confine come il Friuli. Forse anche per questo l’Udinese ha scelto di affidarsi a lui per provare a far uscire la squadra dalla bassa classifica in cui ormai da diversi anni sembra sprofondata, finendo per giocarsi la salvezza in extremis con cadenza piuttosto regolare. Il classe 1971 è nato a Vienna, è cresciuto nell’Assia e non è mai stato un gran calciatore, anche per colpa dei problemi fisici. Così nella vita ha scelto di fare altro: allenare, ad esempio. Nei centri federali tedeschi, poi al Kaiserslautern nella seconda squadra, per poi iniziare a girare la Germania. Wehen Wiesbaden, poi VfR Aalen, dove inizia la stagione come vice dell’ex centrale difensivo di Juventus e nazionale tedesca Jürgen Kohler per appena una decina di partite.
Runjaic, la grande occasione e le caratteristiche
La grande occasione la coglie al Darmstadt nel 2010 ottenendo salvezza e promozione dalla Regionalliga alla 3.Liga: nel 2016 la squadra si è arrampicata anche fino alla Bundesliga, ma intanto la sua strada lo aveva portato in piazze storiche come Duisburg, Kaiserslautern, Monaco 1860, regolarmente in Zweite Liga. La scelta sorprendente l’ha fatta nel novembre 2017, accettando la chiamata del Pogon Szczecin - per capirci: Stettino. Lo ha portato a due terzi posti consecutivi che sono tra i migliori risultati nella storia della società, arrivata anche fino alla Conference League (ma negli Anni 80 aveva già giocato la Coppa Uefa incrociando anche il Verona). L’attuale attaccante del Parma Benedyczak e il difensore dell’Empoli Walukiewicz sono tra i giovani che ha lanciato prima di passare al Legia Varsavia nel 2022, preso in una situazione disastrosa con il rischio retrocessione scongiurato nel finale e portato al secondo posto in campionato e alla vittoria della coppa. Proprio su una delle panchine più delicate di Polonia ha imparato ad adattarsi alle caratteristiche dei giocatori, dimostrando elasticità in termini di modulo - al Pogon giocava con il 4-3-3, poi a Varsavia è passato alla difesa a tre in maniera stabile - e anche di letture. Ama attaccare sulle ali, giocare un calcio di possesso e intensità, ma al suo arrivo al Legia aveva uno stile diverso. Ora la sua nuova sfida si chiama Udinese: una chiamata a sorpresa per poter stupire ancora.