Adesso il suo nome lo conoscono tutti in Italia. Ci scherzano su dalle parti di Udine e intanto si godono la scommessa vinta. Rigorosamente col sorriso stampato in volto. Prendere un allenatore poco conosciuto al grande pubblico e con zero esperienze nei principali campionati europei come Kosta Runjaic appariva a molti come un grosso azzardo, ma - se il buongiorno si vede dal mattino - i dirigenti del club friulano paiono averci visto lungo. I numeri infatti non mentono e i bianconeri sono primi in classifica insieme a Inter, Juve e Toro con 7 punti in 3 giornate. Mica male. Un primato doppio per il debuttante Runjaic che ha fatto meglio degli altri suoi due colleghi stranieri in Serie A, ovvero Paulo Fonseca e Cesc Fabregas molto più attesi e celebrati durante l’estate. Il campo però sta premiando il lavoro dell’ex assicuratore. Uno che tra Zweite Liga e Polonia ha fatto la gavetta, quella vera.
I 20 anni di panchina di Runjaic
Kosta, infatti, quest’anno ha festeggiato i 20 anni in panchina. Un’avventura iniziata nelle giovanili del Kaiserslautern e proseguita nel 2010 al Monaco 1860 con la prima opportunità da capo-allenatore. Al Legia Varsavia la svolta della sua carriera grazie alla vittoria della Coppa di Polonia e alla partecipazione in Conference League dove batte Aston Villa e AZ Alkmaar, stregando la dirigenza friulana. Certo, è ancora presto per dire se è stata davvero un’intuizione vincente quella del trio Gino Pozzo-Gianluca Nani-Gökhan Inler, tuttavia i presupposti sembrano esserci tutti. D’altronde - come recitava la giallista Agatha Christie - tre indizi fanno una prova e nei primi 270 minuti di Serie A si è vista una formazione brillante e incisiva come da anni non era più l’Udinese. Merito appunto del lavoro fatto dal tecnico tedesco. Accolto tra lo scetticismo generale, adesso sul carro dell’ex condottiero del Legia Varsavia ci sono solamente posti in piedi. Coi tifosi che domenica sera dopo il successo sul Como e la vetta della classifica conquistata lo acclamavano a gran voce e a suon di cori. Un feeling speciale quello con la gente di Udine che può aiutare anche la squadra ad arrivare lontano.
Runjaic come Guidolin
Nella gestione del gruppo Runjaic ricorda molto un certo Francesco Guidolin, che dalle parti del Friuli ha scritto pagine straordinarie della storia del club. Senza esagerare coi paragoni qualche somiglianza c’è sia nella gestione del gruppo sia nei principi di gioco. L’attuale Udinese gioca in maniera più propositiva rispetto a quella delle ultime stagioni, pur badando anche alla fase difensiva. Il calendario in questo avvio era ostico con la trasferta di Bologna e gli impegni casalinghi contro Lazio e Como e invece sono arrivate prove brillanti con due vittorie e un pareggio che vale un mezzo successo, visto che al Dall’Ara nel finale Thauvin ha sbagliato un calcio di rigore. L’avesse realizzato, oggi l’Udinese sarebbe in testa da sola e a punteggio pieno. L’obiettivo dei Pozzo è il decimo posto, così da rivedere i bianconeri nella colonna di sinistra della classifica. Una salvezza tranquilla come trampolino per mettere le basi e progettare l’assalto all’Europa nella prossima stagione. Missione possibile grazie all’effetto Runjaic.