"Juve? Buona rosa ma l'Inter...sono i favoriti in Champions. Veniamo a dimostrare chi è l'Udinese"

In vista del match dell’Allianz parola a un insostituibile di Runjaic: "All’andata eravamo un po’ nervosi, ora siamo consapevoli dei nostri mezzi"
"Juve? Buona rosa ma l'Inter...sono i favoriti in Champions. Veniamo a dimostrare chi è l'Udinese"© FOTO FEERICO GAETANO-AG ALDO LIV

È arrivato all’Udinese in estate, a poche settimane dal titolo polacco vinto da protagonista tra le fila del Lech Poznan. L’Italia ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore: suo nonno è nato e cresciuto a un centinaio di chilometri da Udine, a Mestre. Con oltre 37 presenze tra Coppa Italia e campionato, Jesper Karlstrom è diventato ormai a tutti gli effetti uno dei pochi insostituibili di mister Runjaic. Domenica all’Allianz, ancora una volta, sarà lui a guidare il centrocampo dei friulani contro la JuventusSi aspettava di avere tutto questo spazio al suo primo anno in Italia? «A dire la verità no. Ma ero sicuro che lavorando con impegno e sacrificio, prima o poi, avrei avuto l’opportunità di mostrare il mio valore. Tutto sommato è stata una buona annata, sono contento delle mie prestazioni ma soprattutto di quelle dei miei compagni. Siamo cresciuti molto come gruppo, e anche se nell’ultimo periodo i risultati non sono stati eccellenti, in campo vedo una squadra più fi duciosa e so- lida rispetto a inizio stagione».

Che cosa le ha detto il mister per convincerla a venire in Italia?
«Nulla di particolare in realtà: appena ho saputo che c’era un interesse da parte dell’Udinese ho detto subito di sì. Ho sempre sognato di giocare in Italia. In Polonia poi io e Runjiac ci sia- mo affrontati diverse volte, quindi conosceva le mie caratteristiche. Una scelta facile, insomma».

Chi l’ha aiutata maggiormente ad ambientarsi ad Udine?
«Mi hanno accolto tutti alla grande, ma i primi a farmi sentire a casa sono stati capitan Thauvin e Kristensen».

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Udinese

"Juve, veniamo a dimostrare chi siamo"

Dopo una partenza super in campionato, vi siete salvati senza troppe difficoltà. Al netto dei recenti risultati, pensa che questa squadra meritasse qualcosa in più?
«Forse, non meritavamo di perdere alcune delle ultime partite. Ma alla fine raccogli quel che semini, quindi se oggi siamo dodicesimi è perché ci siamo guadagnati questa posizione. In estate il club ha cambiato allenatore e preso diversi giocatori nuovi. Il prossimo anno saremo più competitivi, ne sono certo. In queste ultime due partite con Juventus e Fiorentina avremo modo di dimostrarlo».

Che idea si è fatto del calcio italiano?
«Un campionato complesso e competitivo. Non esistono mai partite facili. La cultura calcistica italiana fa sì che in ogni stadio ci sia una bolgia incredibile. Quest’anno per via della Coppa Italia ho avuto modo di giocare tre volte a San Siro. Uno stadio straordinario, iconico. Tra i più emozionanti metto anche il Maradona, ma a livello di atmosfera nulla batte Marassi…».

 

 

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"Inter favorita per la Champions. Juve, buona rosa"

E la squadra che l’ha impressionata di più?
«L’Inter, senza dubbio: quando la affronti ti rendi conto di come i giocatori siano interconnessi tra loro in campo. Commettono pochissimi errori. Per me sono favoriti per la vittoria della Champions. Sarebbe fantastico per il calcio italiano tornare sul tetto d’Europa».

Che mi dice della Juventus?
«All’andata anche se abbiamo perso 2-0 nel secondo tempo le opportunità per fare gol non ci sono mancate. Hanno una buona rosa, con giocatori di qualità in grado di fare sempre la differenza. Ma devo essere sincero: quando li abbiamo sfidati eravamo un po’ troppo nervosi. Adesso siamo molto più consapevoli dei nostri mezzi e pronti. All’Allianz ce la giochiamo a viso aperto».

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Da mediano quale è, c’è un bianconero in particolare che ha studiato negli ultimi giorni? Magari il più pericoloso…
«Di base non amo focalizzarmi troppo sui singoli avversari. Non importa chi mi troverò davanti: l’importante è rimanere freddi, concentrati. Difendere e attaccare tutti insieme».

Allora le rigiro la domanda: a quale giocatore della Juventus ruberebbe qualcosa?
«Mi piacciono molto Locatelli e Thuram. Manuel è solido, non sbaglia mai un passaggio; Khéphren è fortissimo nella progressione palla al piede. Due caratteristiche che mi farebbero comodo (ride ndr.)».

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È arrivato all’Udinese in estate, a poche settimane dal titolo polacco vinto da protagonista tra le fila del Lech Poznan. L’Italia ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore: suo nonno è nato e cresciuto a un centinaio di chilometri da Udine, a Mestre. Con oltre 37 presenze tra Coppa Italia e campionato, Jesper Karlstrom è diventato ormai a tutti gli effetti uno dei pochi insostituibili di mister Runjaic. Domenica all’Allianz, ancora una volta, sarà lui a guidare il centrocampo dei friulani contro la JuventusSi aspettava di avere tutto questo spazio al suo primo anno in Italia? «A dire la verità no. Ma ero sicuro che lavorando con impegno e sacrificio, prima o poi, avrei avuto l’opportunità di mostrare il mio valore. Tutto sommato è stata una buona annata, sono contento delle mie prestazioni ma soprattutto di quelle dei miei compagni. Siamo cresciuti molto come gruppo, e anche se nell’ultimo periodo i risultati non sono stati eccellenti, in campo vedo una squadra più fi duciosa e so- lida rispetto a inizio stagione».

Che cosa le ha detto il mister per convincerla a venire in Italia?
«Nulla di particolare in realtà: appena ho saputo che c’era un interesse da parte dell’Udinese ho detto subito di sì. Ho sempre sognato di giocare in Italia. In Polonia poi io e Runjiac ci sia- mo affrontati diverse volte, quindi conosceva le mie caratteristiche. Una scelta facile, insomma».

Chi l’ha aiutata maggiormente ad ambientarsi ad Udine?
«Mi hanno accolto tutti alla grande, ma i primi a farmi sentire a casa sono stati capitan Thauvin e Kristensen».

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