Maria Marotta: "Mia esperienza nella storia poi non deve fare più notizia"

In occasione della sfida tra Reggina e Frosinone è stata la prima arbitra a dirigere un incontro in Serie B: "È stata una giornata emozionante, forse un sogno che non avevo mai immaginato"
Maria Marotta: "Mia esperienza nella storia poi non deve fare più notizia"

Maria Marotta, in occasione della sfida tra Reggina e Frosinone, è stata il primo arbitro donna a dirigere una partita di Serie B. La 37enne campana lavora anche all’estero come arbitro internazionale, e in diretta su RTL 102.5, nel programma 'Non Stop news', ha commentato così l’incontro: “È stata una giornata emozionante, forse un sogno che non avevo mai immaginato, deve passare alla storia, ma poi non deve fare più notizia, quella sarà la nostra vittoria, delle donne e delle donne del calcio. Io sono arbitro da 20 anni, internazionale dal 2016. Quando ho cominciato non mi aspettavo che avrei diretto una partita in Serie B, quindi non mi pongo obiettivi e lavoro tutti i giorni, cerco di non sbagliare e tutto quello che verrà è un di più”.

Marotta: "Io sono un arbitro"

L'arbitra ha poi continuato così: “Questo lavoro è un’avventura stupenda che a me ha cambiato la vita, non ho mai sofferto il fatto di essere all’interno di un mondo maschile e all’interno dell’Associazione italiana arbitri non mi è mai capitato che un mio collega che mi abbia chiesto ‘ma tu cosa ci fai quì?' È una scuola di vita, è una educazione che ho fin da bambina, ti educa ad uno stile di vita che è quello del rispetto delle regole e dell’educazione”. Alla domanda successivamente posta dai giornalisti in radio, che le hanno chiesto se preferisse farsi chiamare "arbitro o arbitra", Maria marotta ha risposto: “Io sono donna e ne vado fiera ed orgogliosa con tutti i difetti e limiti che questo comporta, poi però siamo in campo e facciamo un mestiere che è riconosciuto come un pochino più maschio, quindi in quel momento io sono un arbitro di calcio, ed è giusto che sia così che anche i giocatori mi riconoscano come un arbitro e non come un arbitro donna e se io mi metto nelle condizioni di essere lì e di essere un arbitro ma anche loro mi devono riconoscere come una figura maschile ma solo perché non devono farsi problemi del fatto che sono una donna”. E rispetto ai tifosi si è espressa così: "I tifosi allo stadio sono una forza sia per i giocatori che per noi arbitri, certo ogni tanto li sentiamo e durante la partita qualcosina esce, ma fa parte del gioco e a volte è anche piacevole”.

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