De Rossi contro Cannavaro: che sfida!

Uno non ha mai perso, l'altro non ha mai vinto: sabato si affrontano in Spal-Benevento. Riischia di più il Pallone d'Oro 2006, vista la situazione delicata che vivono i campani
De Rossi contro Cannavaro: che sfida!© LAPRESSE

TORINO - Uno non ha mai perso, l’altro non ha mai vinto. E’ la strana inedita sfida che andrà in scena sabato alle 14 al Mazza di Ferrara fra Spal e Benevento, cioè fra Daniele De Rossi e Fabio Cannavaro, ex colonne della Nazionale, già Campioni del Mondo nel 2006. La Spal di De Rossi è 11ª a 4 punti dalla zona playoff e a 3 lunghezze da quella playout. L’ex colonna della Roma, al debutto assoluto da allenatore, la lasciato lo staff azzurro di Mancini per subentrare a Roberto Venturato e finora è andato in panchina per 4 volte, nelle quali la Spal ha raccolto 6 punti, media 1.5 a partita, frutto di una vittoria e 3 pareggi. L’ultimo, sabato scorso in casa della Ternana, uno 0-0 dove alla fine i rimpianti erano quasi tutti per i ferraresi, capaci di costruire tre palle gol clamorosamente non trasformate. Magari gli umbri, ultimamente, hanno perso quella brillantezza dei turni precedenti, quando con 5 vittorie di fila erano andati soli in testa alla B. Però quel pari al Liberati è stato accolto con favore alla Spal, sempre più convinta di aver puntato su De Rossi. I giocatori stimano lui, le sue idee e i suoi metodi di allenamento e i risultati si vedono: la squadra è in crescita, sta assumendo una precisa fisionomia ed è ormai lontana parente di quelle che si era incartata nelle ultime due uscite di Venturato. Per non parlare del patron Tacopina e del dt Lupo che stravedono per De Rossi e gli pronosticano una radiosa carriera. Forse l’unico neo evidente, dall’arrivo dell’ex anima della Roma, è il fatto che il bomber La Mantia con lui non è andato ancora a segno, pur avendo messo insieme 4 gol nelle prime 5 giornate. Musica decisamente diversa per Fabio Cannavaro al Benevento. L’ex difensore, Pallone d’Oro 2006, è in sella da sei uscite, nelle quali ha racimolato solo 4 punti, media 0.66 a partita. La squadra è caduta in zona playout (oggi li disputerebbe con il Como) e sicuramente paga un alto numero di giocatori indisponibili. Ma è anche vero che, col predecessore Fabio Caserta, il Benevento, prima di arenarsi, aveva fatto 4 punti con Frosinone e Genoa, cioè le prime due forze del campionato. Le potenzialità, dunque, ci sarebbero. Ma per una ragione o per l’altra, faticano a venir fuori. Il 22 ottobre, subito dopo il ko di Como, Cannavaro aveva pure rassegnato le dimissioni, per rispetto della società e del ds Foggia, suo amico. Nobile gesto, considerato che l’ex difensore si è legato al Benevento fino al 2024 per un milione complessivo d’ingaggio. Ma patron Vigorito le ha respinte, confermandogli la fiducia e spronandolo a non mollare. Da allora sono arrivati i pareggi interni con Pisa e Bari, un po’ stretto l’ultimo, in cui i campani avrebbero meritato qualcosa di più. Resta il fatto che di questo passo, con l’attuale sconfortante media punti, il Benevento rischia grosso. Sulla carta, la rosa non è inferiore a quella che nella passata stagione fece i playoff uscendo in semifinale. Ma in questo campionato il livello medio è più alto e basta poco per finire nei guai. Dunque, la partita di sabato, più che per De Rossi, sarà molto più cruciale per le sorti Cannavaro che cerca ancora quella scintilla che dia la svolta alla stagione. Poi arriverà la sosta per le Nazionali (si riprenderà a fine mese), durante la quale potrà forse recuperare qualche infortunato. Mentre la società tirerà le prime somme sul suo mandato.

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