Perché il Parma sta dominando la B

Emiliani soli in testa e a punteggio pieno: risolto il problema del centravanti con l'esplosione di Bonny e l'arrivo di Colak. Ma è stato fondamentale a giugno convincere Pecchia a restare per non perdere quanto di buono seminato nella scorsa annata
Perché il Parma sta dominando la B© LaPresse

TORINO - Tre giornate sono davvero poche per esprimere giudizi anche parziali. Ma il Parma in testa da solo ala B e a punteggio pieno conferma quel che scrivemmo a inizio stagione: la squadra di Pecchia sembra due spanne sopra la concorrenza. Martedì sera, la vittoria di Pisa, il primo test veramente probante per gli emiliani, può diventare uno di quei successi che fanno scattare ancora qualcosa in più, che aumentano l’autostima perché quando vinci al 94’ nella tana bollente della squadra di Aquilani (che dirà la sua, come minimo), vuol dire che hai anche degli alti valori morali, cioè quel che è in larga parte mancato nelle tre precedenti stagioni. Il Parma è andato a vincere meritatamente nel recupero quando neanche dieci minuti prima aveva subito l’inopinato pari (il rigore del Pisa è sembrato un abbaglio dell’arbitro Volpi). Una reazione così, il Parma delle ultime annate, difficilmente l’avrebbe prodotta. Ma guardiamo anche i marcatori. Il francese Bonny sblocca in avvio la gara con un capolavoro, il gol vittoria lo segna da subentrato Colak, il bomber prelevato dai Rangers Glasgow, l’anno scorso faceva la Champions, al momento non parte titolare perché Bonny sta evidentemente meglio e merita di iniziare la partita, accade da quel 3-0 in Coppa Italia a Bari, gara da lui sbloccata. Comunque, al di là di chi parta titolare fra i due, il maggior problema del Parma è stato risolto. Quando nella scorsa stagione si accusava (giustamente) la squadra di scarsa continuità (trovata solo nel finale di stagione), poco si sottolineava che Pecchia non disponeva di un affidabile centravanti di ruolo. Tant’è che la prima punta la doveva fare quasi sempre il Mudo Vazquez da falso nueve. Bravo, per carità, nessuno lo discute. Ma alla lunga l’assenza di un vero stoccatore d’area era pesata. Ora invece, il Parma dispone di un Bonny cresciuto in maniera esponenziale rispetto a quando arrivò in Italia nel 2021 a 18 anni e a Pisa è stato decisivo anche per aver costretto Leverbe all’espulsione. Mentre Colak dovrebbe essere comunque una garanzia. Per non parlare di quanto, in attacco, sulle fasce, promettano bene i nuovi arrivati Begic (l’ex ds Faggiano lo voleva a Parma già 4 anni fa) e Partipilo che portano tanta imprevedibilità in più. Più in generale, è stato fondamentale per il club di Krause ottenere il sì di Pecchia, che a giugno titubava. Anche se non aveva conquistato la A, comunque nella scorsa stagione era stato fatto un buon lavoro, promettente, che non andava buttato ma alimentato a dovere. E ciò è stato fatto in questo mercato, che dovrebbe chiudersi con l’arrivo di due italiani che meritano di giocare in questa bella squadra, che ha l'unico difetto di essere troppo esterofila (la B, per definizione, sarebbe “il campionato degli italiani”). Si tratta di Santoro, bel mediano il rampa di lancio (non inganni il fatto che in primavera è retrocesso col Perugia, ed è pure un under) e del terzino Di Chiara (arruolatile quando i giocatori della Reggina saranno svincolati dalla Figc). Intanto, le maggiori rivali per la A del Parma, sabato alle 18.30 faranno un tifo d’inferno per la Reggiana di Nesta che si presenterà al Tardini da sfavorita ma comunque con valori non trascurabili. Per un derby fra i più accesi d’Italia, una rivalità accesissima, ai livelli di quella fra Pisa e Livorno, per intendersi. Dove potrebbe succedere di tutto, come i derby insegnano.

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