Achik è una favola: dalle spiagge al gol con il Bari in Serie B

Fino a pochi anni fa raccattava qualche soldo nei tornei estivi in riva al mare della Calabria. L'attaccante italo marocchino ha una storia da film
Achik è una favola: dalle spiagge al gol con il Bari in Serie B© LAPRESSE

Dai tornei estivi sulle spiagge calabresi al primo gol in Serie B. Il percorso del “cenerentolo” Ismail Achik prosegue con la carrozza che ha ormai preso la sua forma definitiva e nessuno, o in pochi, si ricordano più di quella zucca utile comunque per fargli capire il senso del sacrificio. E per il Bari di Marino c’è ora una freccia in più nell’arco per puntare all’alta classifica e magari, perché no, a centrare quella promozione che la primavera scorsa sfuggì solo all’ultimo minuto della finale playoff casalinga contro il Cagliari.

Achik, il gol alla Feralpisalò e il sogno azzurro

L’italo marocchino, acquistato in estate dal Cerignola di Serie C per 300 mila euro più eventuali bonus per superare i 400, ha timbrato nell’ultimo turno prima della sosta: il gol del 3-3 a Piacenza con la Feralpisalò è già nella storia del Bari e di questo ragazzo cresciuto a pane e pallone, nato a Casablanca, ma trasferitosi in Italia già a un anno. «Mi sento italiano a tutti gli effetti - dice il 23enne - e il mio sogno più grande è quello di riuscire ad indossare un giorno la maglia della Nazionale azzurra. Anche se in casa parliamo l’arabo». Gli sono bastati trenta secondi per alzarsi dalla panchina e segnare il gol che ha tolto la squadra di Marino dall’imbarazzo di perdere una partita che stava conducendo per 2-0. Andare di corsa è il suo destino. E soprattutto il calcio era il suo inevitabile destino. «A scuola non ero bravo, i miei genitori mi dissero di scegliere cosa volevo fare e io decisi di puntare sul pallone». Per mettersi in mostra non aveva problemi a giocare i tornei estivi, anche in riva al mare. Per divertirsi, ma anche per fare due soldi perché in quei casi c’è la possibilità ed è un peccato non sfruttarla. Un padre e uno zio che a calcio in Marocco avevano giocato e che l’hanno spinto a non mollare, «soprattutto a 7 anni - racconta Ismail Achik - quando ebbi una crisi e giocare a calcio non mi piaceva più».

Achik, il sogno del fratello e il gol che cambia la vita

Ma è stata una crisi passeggera, un momento. Tutti in famiglia lo hanno sempre spronato. Anche il fratello, che «la notte prima della partita con la Feralpisalò aveva sognato il mio gol». Aveva giocato solo 46’ fino a quel momento, ma d’altra parte in un attacco con Nasti, Diaw, Sibilli e Morachioli non era certo semplice farsi largo. «Non stavo attraversando certo un periodo facile a livello personale - ha ammesso - quando fai gol per un attaccante cambia la vita». Adesso Pasquale Marino sa che può contare anche su di lui. E già dalla prossima partita, sabato in casa con il Venezia, Achik si candida se non proprio per una maglia da titolare almeno per un maggior minutaggio dei 12’ più recupero concessigli nel match di Piacenza con la Feralpisalò. Il Bari è a -1 dai playoff, almeno la post season è obiettivo che la piazza chiede alla finalista della scorsa stagione. La famiglia è rimasta a vivere in Calabria, dove Ismail è cresciuto calcisticamente tra Rende e Castrovillari prima di passare al Cerignola. È lì che ha giocato anche Durval, che ha fatto da apripista ad Achik: «Per me è come un fratello». Di una famiglia allargata. Per un sogno che continua. In fin dei conti 23 anni sono una buona età per sentirsi nel pieno della maturità calcistica. Ismail non vuole fermarsi. Anzi, ha appena iniziato. Dalle spiagge al calcio che conta. Una storia favolosa. Una favola che può diventare storica.

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