Serie B, la regola dei 15 punti va cambiata: è antisportiva

Chi tra Pisa e Spezia uscirà sconfitto dal duello per la A diretta, molto probabilmente dovrà confrontarsi ai playoff con squadre che chiuderanno fino all’8° posto
Serie B, la regola dei 15 punti va cambiata: è antisportiva© LAPRESSE

TORINO - La regola che in B obbliga la squadra terza classificata a fine campionato ad avere 15 punti margine sulla quarta per poter salire direttamente in A, senza passare dalle forche caudine dei playoff, va cambiata. Perché è antisportiva. Quando la B introdusse i playoff, il divario era di 10 punti, che già non sono pochi ma comunque era qualcosa di più ragionevole. Male non sarebbe tornare almeno alla versione originale. Questo ci sta dicendo il campionato di Serie B 2024/25. Perché ci potrebbe essere un’evidente ingiustizia da sanare, almeno per il futuro. Mai era successo di vedere tre squadre - anzi una (il Sassuolo), più due (Pisa e Spezia) - fare un campionato così a sé. Da inizio stagione tutte e tre stanno tenendo una media punti che nelle precedenti edizioni ha di norma garantito la promozione diretta. I più affezionati alla B, ricorderanno che soltanto nel 2007 le prime tre salirono direttamente: Juve, Napoli e Genoa, coi rossoblù che centrarono il +10 all’ultima giornata. Conoscendo l’equilibrio della B, fino alla scorsa stagione s’è pensato che potesse essere un caso eccezionale, pressoché irripetibile, visto anche il blasone dei suddetti squadroni.

 

Allo stesso tempo però, dopo quel campionato, s’è iniziato a ragionare sul fatto che i playoff a fine stagione, sono un’ottima vetrina per la B, categoria che un’indagine dell’agosto 2024 ha stabilito essere seguita da quasi 20 milioni di italiani. Ma di norma, quando si disputano, la A è appena finita e non pochi adoratori della massima serie e basta, a fine anno, in astinenza improvvisa da campionato, un’occhiata ai playoff di B la danno. E poi, quelle partite tiratissime e incerte di fine stagione, qualche soldino al movimento lo portano, anche se restano noccioline rispetto alle cifre della A. Ma comunque, di punto in bianco e senza troppa discussione, qualche anno fa si decise di salire a 15 punti per avere la certezza o quasi che si disputassero sempre. Ora però, mettetevi nei panni di Pisa e Spezia. Da qui a maggio, molto probabilmente daranno vita a un testa a testa per la A che porterà via tante energie. Le due più accreditate inseguitrici, Cremonese e Catanzaro, sono sicuramente ottime squadre. Ma per quel che han mostrato finora, non possono paragonare il loro campionato a quello di Pisa e Spezia. Così, ad occhio, potrebbero avere i mezzi e l’astuzia, per tenere le due grandi duellanti per il secondo posto “a bagnomaria”. Cioè di restare più o meno a 9 punti come adesso, che poi grossomodo è il distacco che si registra da ottobre sulla quarta. Questo vorrebbe dire arrivare ai playoff meno provati da una campionato che già di suo sa essere non poco logorante. Magari non proprio in gestione strategica del piazzamento, ma quasi. Certo, poi il regolamento degli spareggi promozione, com’è giusto che sia, alla terza classificata assegna non pochi vantaggi, a iniziare da quello di salire in A con 4 pareggi. Ma c’è anche la valutare l’eventuale contraccolpo psicologico di chi, molto probabilmente, uscirà sconfitto dal braccio di ferro per la A diretta che potrebbe durare sino all’ultima giornata. Senza dimenticarsi che lo Spezia, ora staccato di 3 punti dal Pisa, è in vantaggio negli scontri diretti (2-2 e 3-2). E dunque c’è anche la possibilità che la terza non salga in A pur facendo gli stessi punti della seconda. Una beffa ancora più atroce.

 

A quel punto, la sconfitta al duello per la A diretta si potrebbe confrontare anche con l’ottava classificata che con ogni probabilità avrà chiuso il torneo con una caterva di punti in meno. Per noialtri di Tuttosport, all’orizzonte potrebbe prospettarsi un’evidente ingiustizia. Cambiare la norma a campionato in corso ovviamente non si può, le regole si mutano sempre a bocce ferme, non si sana un’ingiustizia creandone un’altra. Però può servire perché non si ripeta. Il problema va posto, la sportività del campionato dovrebbe venir prima di qualche milioncino che balla ai playoff. Chissà che ne pensa il presidente della Lega B, Paolo Bedin, in sella da dicembre. Se consulterà le 20 società sul tema per una discussione franca e onesta. In cui si mette da parte il proprio tornaconto e ci si lascia guidare dalla coscienza, decidendo alla fine con essa.

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