Allarme Bari, così la retrocessione in C è dietro l'angolo

Per Iachini solo 8 punti in 9 uscite: quanti rimpianti per l’esonero di Mignani, adesso al Palermo

Allarme Bari, anzi sos: di questo passo, la Serie C, lasciata solo due anni fa, è dietro l’angolo. Sabato, fischio d’inizio alle 14, la squadra di Iachini avrà forse la trasferta più complicata che possa esserci, in casa del Como di Roberts (e Fabregas), coi lariani che sembrano la squadra più in palla per la conquista del 2° posto, l’ultimo a garantire la promozione diretta. Oggi il Bari, con gli stessi punti di Cosenza e Spezia, di fatto è in zona playout, col rischio teorico, alla fine della 33ª giornata, di trovarsi anche fra le tre squadre che retrocederebbero direttamente. A preoccupare parecchio la piazza barese, è il passo sconfortante che sta tenendo la squadra con Iachini, terzo allenatore stagionale dopo Mignani e Marino.

Bari, l'andamento di Iachini

Con lui, in sella dal 6 febbraio, sono arrivati solo 8 punti in 9 uscite. Ma è un dato che dice ancora poco. Perché Iachini ha collezionato soltanto due vittorie (all’inizio, con le ultime forze del campionato, Lecco e Feralpisalò), altrettanti pareggi (a Modena e in casa con lo Spezia, altre squadre in difficoltà), e cinque sconfitte (da Sudtirol, Catanzaro e Venezia in trasferta, Sampdoria e Cremonese in casa). Da tempo si segnala come Iachini stia andando peggio dei due predecessori, dopo la sconfitta di venerdì scorso con la Cremonese la società ha valutato la sua posizione, lasciandolo però alla fine ancora in carica, ma chissà per quanto ancora. Iachini ha firmato fino al 2025, contratto che però, a quanto pare, si chiuderebbe a fine stagione in caso di retrocessione. Ma non sarebbe giusto addossare a lui tutte le responsabilità di una stagione nata male e che rischia di finire peggio.

Bari, nostalgia Mignani

A Bari ad esempio, ora si guarda con una certa nostalgia a Michele Mignani, scelto la scorsa settimana dal Palermo (e quindi dal Manchester City) per il dopo-Corini. Eppure, quando lo scorso 9 ottobre Mignani veniva esonerato, sembrava il capro espiatorio perfetto, anche se con lui la squadra aveva collezionato 10 punti in 9 gare e aveva perso una sola volta, in casa della capolista Parma ed era pur sempre l’allenatore della promozione e del 3° posto (a sorpresa) dello scorso campionato. Anche senza parlare col senno di poi, già allora era sembrata una mossa eccessiva e appariva un azzardo sostituire il risultatista Mignani col giochista Marino, fermo da due anni e probabilmente non il tecnico ideale per una squadra che stava facendo un campionato ben diverso da quello della passata stagione. Perché alla fine, sempre lì si torna, all’“effetto Pavoletti”, cioé l’uomo che nel giugno scorso, in finale playoff, gelò i quasi 60mila del San Nicola, portando col suo gol al 94’ il Cagliari in A, alle spese di un Bari - e di tutta la sua piazza - che di fatto non ha mai superato quella botta che sarà ricordata per decenni.

E attenzione al calendario che attende i pugliesi dopo la gara di Como: Pisa in casa, cruciale scontro diretto a Cosenza, Parma al San Nicola il 1° Maggio (si spera che gli emiliani siano già in A), trasferta a Cittadella e chiusura in casa col Brescia, oggi in zona playoff. Sabato a Como intanto, mancheranno due pezzi da 90 del Bari, Sibilli e Di Cesare, due che non hanno mai deluso in stagione, nonostante tutto: sono squalificati mentre Nasti ha scontato i due turni di stop.

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