Sul palcoscenico della Serie B è arrivato anche Ante Juric. All’improvviso, uno sconosciuto. Una delle non poche scommesse di Massimo Cellino, l’uomo che a Cagliari aveva il tocco magico, ma che da quando è proprietario del Brescia (agosto 2017) non è ancora riuscito a tener fede alla sua etichetta. Ma forse quest’anno qualcosa sta cambiando. La campagna estera ha lasciato inizialmente a desiderare: chi erano Verreth, Juric e Buhagiar? Carneadi e nulla più. Ma soprattutto chi sono? Beh adesso qualcosa si riesce ad intuire.
I primi due stanno lasciando il segno in una squadra che dopo cinque giornate è seconda in classifica e sabato andrà a sfidare il Pisa capolista nella tana nerazzurra. Verreth si sta dimostrando quel direttore d’orchestra del quale si sentiva estremo bisogno dopo gli anni dell’altalenante Van de Looi. Un belga dopo un olandese. È solo l’inizio, ma i presupposti sono buoni. Per un mediano non è mai facile catturare l’occhio dell’osservatore, più semplice per un attaccante. Nel bene come nel male. Sabato è stato il gran giorno di Ante Juric, autore di una doppietta nel clamoroso 4-0 rifilato al Frosinone. Attaccante croato di 21 anni, preso da Cellino come back up di Moncini e Borrelli, dopo aver attentamente valutato il ritorno di Torregrossa. «Ho detto ad Ernesto che se fosse tornato ci saremmo fatti male a vicenda», le parole di Cellino proprio un paio di giorni prima di annunciare a sorpresa l’acquisto di Juric. E questo chi è? Il popolo biancoazzurro rumoreggiava. Si aspettava un plus da inserire in una squadra reduce dall’aver sfiorato la semifinale playoff. Ante Juric giocava nella serie A croata, non proprio l’Eden calcistico. E nemmeno in una squadra da titolo: l’Hnk Gorica, che ha chiuso la scorsa stagione al nono posto su dieci squadre. Avere dei dubbi era quantomeno lecito.
Il ragazzo aveva segnato solamente quattro gol, ma Cellino ci aveva visto del buono. A segnalarglielo è stato un fantomatico procuratore della Repubblica Ceca, che nonostante qualche segnalazione degli ultimi anni non propriamente azzeccata continua a godere di grande fiducia da parte del presidentissimo. Ante Juric si racconta con grande semplicità: «Ho iniziato a giocare a sei anni in una piccola squadra, il Cepin, poi sono passato al Besice e infine al Gorica. Poter giocare in Italia per me, che sono da sempre un grande estimatore di Mario Mandzukic, è un sogno». Due gol, diversi tra loro contro il Frosinone. Il primo di rapina sotto porta deviando un diagonale sporco di Bisoli. Il secondo, splendido: di controbalzo in mezza girata su azione d’angolo. Costato 400.000 euro, Juric in un paio di mesi a Brescia ha già raddoppiato il suo valore.
E in vista di sabato adesso tocca a Maran scegliere cosa sia meglio: insistere sul gigante croato, che gioca il pallone di testa come di piede con indifferente naturalezza, o reinserire i titolarissimi Borrelli e Moncini non ancora del tutto recuperati dai rispettivi infortuni? La sensazione è che i big possano aspettare. Non c’è fretta. Il campionato è lungo e quella che inizia sabato con la trasferta di Pisa sarà una settimana da tre partite, con la Coppa Italia. Da Juric a Borrelli passando per Moncini. Il Brescia sogna con il suo tridente e progetta il sorpasso al Pisa. E sabato per Juric ci sarà il pressure test in casa di uno degli attaccanti più forti di sempre: a Pippo Inzaghi il compito di fermare l’uomo del momento.