Cutrone, elogi per Fabregas: "Miglior allenatore della mia carriera. Mi aiuta così"

L'attaccante del Como si è confessato in un'intervista a Marca: "Giocare per la tua città è una cosa bellissima. Se lo fai dalla Serie B e arrivi in Serie A dopo 21 anni è ancora più emozionante"

"Ogni minuto, ogni secondo serve a fare qualcosa di giusto nella vita. Non tirarti mai indietro. Non sprecare il tuo tempo, è il tuo tempo. Devi essere concentrato per tutto ciò che ti può accadere". Queste le parole motivazionali di Patrick Cutrone rilasciate uìin un'intervista al quotidiano spagnolo MARCA, in cui ha ripercorso anche quella che è stata la sua carriera finora: Milan, Wolverhampton, Fiorentina, Valencia ed Empoli hanno preceduto l'approdo al Como, con cui ha raggiunto dopo 21 anni una storica promozione in Serie A, assieme ad una leggenda spagnola del calcio con cui ha condiviso lo spogliatoio e che adesso siede sulla panchina dei lariani: Cesc Fabregas.

Milan e Como tra la brutta parentesi di Valencia

La carriera di Cutrone inizia nelle giovanili del Milan prima di approdare ovviamente in prima squadra. Col club rossonero - "la mia squadra fin da bambino" - effettua tutti i grandi esordi ed in due anni mette a segno 27 goal tra Serie A, Europa League e Coppa Italia. L'esperienza al Milan non dura troppo e la sua carriera prosegue in Premier League, al Wolverhampton, con cui Cutrone non semina affatto fortuna. Dopo una stagione povera in termini di goal e minutaggio, fa ritorno nella massima serie italiana alla Fiorentina, ma anche qui il suo nome fatica a riemergere, motivo per cui decide di tentare la fortuna in Spagna: "Non ho potuto dimostrare quanto valevo a Valencia perché non mi hanno dato l'opportunità di giocare da titolare, ed ho giocato davvero molto poco". Un bottino di soli 100 minuti in sei mesi per l'attuale attaccante del Como, che non si capacita dello scarso minutaggio concessogli da Javi Gracia prima e da Voro poi: "Per me è stato frustrante perché sono un professionista e mi alleno sempre duramente. Ho ricordi positivi  con i miei compagni di squadra, i tifosi del Valencia... A marzo ho fatto tre goal in quattro partite con la nazionale nell'Europeo U21 dove ero il capitano. Per me è stato davvero frustrante, mi allenavo sempre duramente". Sulla trattativa che l'ha portato al Valencia: "Il Valencia mi voleva, ma non so se il mister volesse giocatori in prestito. Non ero l'unico, anche gli altri due giocatori che arrivarono in prestito - Ferro e Christian Oliva - non hanno mai giocato dall'inizio".

"Non ho pensato al calcio per mesi": l'approdo all'Empoli e la scomparsa del padre

L'esperienza rivedibile in Spagna ha riportato Cutrone in Serie A, questa volta sull'altro versante della Toscana dopo l'esperienza alla Fiorentina, in cui ritorna finalmente al goal dopo il periodo a secco a Valencia. I goal furono soltanto tre, ma il calcio passò nettamente in secondo piano a causa della perdita improvvisa del papà: "Ho giocato di più rispetto al Valencia, ma mi sono accadute cose brutte perché mio padre è venuto a mancare e non ho pensato al calcio per mesi. Mio padre era la persona più importante per me. E quando l'ho perso, ho perso la testa ed ho passato cinque mesi molto difficili. Ho giocato ma non avevo la testa. Non è una scusa, quando perdi qualcuno di speciale per te è difficile continuare a vivere perché quella persona faceva parte del tuo quotidiano".

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Il ritorno del figliol prodigo: ripartire da zero con il passato alle spalle

Cutrone, cresciuto a Como e da sempre tifoso del club - oltre al Milan - torna finalmente a casa in un ambiente in cui le pressione sono minime rispetto a quelle a cui è andato incontro nelle passate esperienze. "Dopo esser stato in prestito, torno a casa per la fiducia che ho riposto in me e in un buon progetto, è stato un bene per me perché ho avuto continuità per giocare e segnare. Non ce l'avevo dai tempi del Milan e ora finalmente ho avuto questa possibilità". Questi i motivi che sancirono oltremodo l'accordo con il Como 1907, con cui Cutrone ha raggiunto la Serie A dopo 21 anni e dove sembra aver ritrovato finalmente la serenità calcistica che aveva perso: "Giocare per la tua città, per la gente della tua città è una cosa bellissima. Se lo fai dalla Serie B ed arrivi in Serie A dopo 21 anni è ancora più emozionante. Questa è la citta dove sono nato e cresciuto. Giocare e vedere la mia famiglia, mia moglie, mia figlia e i miei amici allo stadio è incredibile e adesso sono molto felice di essere qui. Sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto".

"Il miglior allenatore che abbia mai avuto": gli elogi a Fabregas

Al Como Cutrone ha condiviso lo spogliatoio con una leggenda del calcio, ed è Cesc Fabregas: "Il primo anno è stato mio compagno di squadra ed ho sempre pensato a Fabregas pensando 'wow, è uno dei giocatori più forti' ed è stato uno dei migliori ragazzi che abbia mai incontrato perché ti aiuta sia in campo che fuori. È a disposizione di tutti. Da quando è diventato allenatore è cambiato ed è ancora più incredibile. È il primo anno che allena, ha una mentalità forte e un metodo preciso di allenare per ottenere ciò che vuole da te". Parole al miele ed elogi per l'attuale tecnico del Como, che ha creato un'atmosfera perfetta riportando i lariani in Serie A. "Fabregas è il miglior allenatore che mi abbia mai allenato" - prosegue Cutrone - "Devo ringraziarlo perché mi ha aiutato molto. Lo fa in campo e anche fuori perché magari quando non mi arriva la palla e mi sento frustrato perché voglio segnare, mi aiuta a restare concentrato e ad avere carattere".

Stagione da capogiro, tra Ibiza e il sogno Nazionale

I 14 goal ed i 5 assist messi a segno da Cutrone nelle 32 partite di Serie B hanno contribuito allo storico ritorno in Serie A del Como, che potrebbe addirittura ritrovarsi ad Ibiza. Fabregas ha infatti promesso ai suoi giocatori un viaggio sull'isola spagnola in caso di promozione, per cui adesso è tenuto a mantenere la promessa: "Stiamo organizzando. Alcuni sono tornati a casa quando la stagione è finita. Ora dobbiamo vedere quando arriveranno tutti...Forse ci andremo questo fine settimana". In questa stagione ricca di soddisfazioni, Cutrone caccia il suo sogno dal cassetto, auspicando di poter tornare ad indossare la maglia della Nazionale: "Prima devo farmi vedere in campo, poi vedremo. Tutti i giocatori vogliono andare in Nazionale e spero di tornarci. Ci sono stato una volta e ho debuttato a 20 anni. L'anno prossimo ci spero...Ma per ora è un sogno".

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"Ogni minuto, ogni secondo serve a fare qualcosa di giusto nella vita. Non tirarti mai indietro. Non sprecare il tuo tempo, è il tuo tempo. Devi essere concentrato per tutto ciò che ti può accadere". Queste le parole motivazionali di Patrick Cutrone rilasciate uìin un'intervista al quotidiano spagnolo MARCA, in cui ha ripercorso anche quella che è stata la sua carriera finora: Milan, Wolverhampton, Fiorentina, Valencia ed Empoli hanno preceduto l'approdo al Como, con cui ha raggiunto dopo 21 anni una storica promozione in Serie A, assieme ad una leggenda spagnola del calcio con cui ha condiviso lo spogliatoio e che adesso siede sulla panchina dei lariani: Cesc Fabregas.

Milan e Como tra la brutta parentesi di Valencia

La carriera di Cutrone inizia nelle giovanili del Milan prima di approdare ovviamente in prima squadra. Col club rossonero - "la mia squadra fin da bambino" - effettua tutti i grandi esordi ed in due anni mette a segno 27 goal tra Serie A, Europa League e Coppa Italia. L'esperienza al Milan non dura troppo e la sua carriera prosegue in Premier League, al Wolverhampton, con cui Cutrone non semina affatto fortuna. Dopo una stagione povera in termini di goal e minutaggio, fa ritorno nella massima serie italiana alla Fiorentina, ma anche qui il suo nome fatica a riemergere, motivo per cui decide di tentare la fortuna in Spagna: "Non ho potuto dimostrare quanto valevo a Valencia perché non mi hanno dato l'opportunità di giocare da titolare, ed ho giocato davvero molto poco". Un bottino di soli 100 minuti in sei mesi per l'attuale attaccante del Como, che non si capacita dello scarso minutaggio concessogli da Javi Gracia prima e da Voro poi: "Per me è stato frustrante perché sono un professionista e mi alleno sempre duramente. Ho ricordi positivi  con i miei compagni di squadra, i tifosi del Valencia... A marzo ho fatto tre goal in quattro partite con la nazionale nell'Europeo U21 dove ero il capitano. Per me è stato davvero frustrante, mi allenavo sempre duramente". Sulla trattativa che l'ha portato al Valencia: "Il Valencia mi voleva, ma non so se il mister volesse giocatori in prestito. Non ero l'unico, anche gli altri due giocatori che arrivarono in prestito - Ferro e Christian Oliva - non hanno mai giocato dall'inizio".

"Non ho pensato al calcio per mesi": l'approdo all'Empoli e la scomparsa del padre

L'esperienza rivedibile in Spagna ha riportato Cutrone in Serie A, questa volta sull'altro versante della Toscana dopo l'esperienza alla Fiorentina, in cui ritorna finalmente al goal dopo il periodo a secco a Valencia. I goal furono soltanto tre, ma il calcio passò nettamente in secondo piano a causa della perdita improvvisa del papà: "Ho giocato di più rispetto al Valencia, ma mi sono accadute cose brutte perché mio padre è venuto a mancare e non ho pensato al calcio per mesi. Mio padre era la persona più importante per me. E quando l'ho perso, ho perso la testa ed ho passato cinque mesi molto difficili. Ho giocato ma non avevo la testa. Non è una scusa, quando perdi qualcuno di speciale per te è difficile continuare a vivere perché quella persona faceva parte del tuo quotidiano".

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