TORINO - La Cremonese, sconfitta in finale playoff dal Venezia, ha concluso comunque una stagione positiva, al punto che da essa si possono mettere le basi per la prossima annata, dove i grigiorossi saranno chiamati a riprendersi quella A lasciata nel 2023, dopo una sola stagione nella massima serie. I risultati ottenuti dai lombardi di patron Arvedi, vanno letti con attenzione, per capire fino in fondo la bontà del lavoro fatto da Stroppa. In sintesi, l’ex allenatore di Crotone e Monza (da lui portate in A), ha fatto un lavoro enorme e se ha chiuso il campionato “soltanto” al 4° posto è perché nel bilancio finale della Cremonese ha pesato il disastroso avvio di stagione con Davide Ballardini (che in seguito ha deluso anche col Sassuolo che sarà avversaria della Cremo in B). Zio Balla, come lo chiamano a Genova, aveva raccolto 6 punti nelle prime 5 giornate. La Cremonese ha chiuso il campionato a quota 67, dunque con Stroppa ha fatto 61 punti in 33 giornate. Vuol dire che con lui si è tenuto un passo da Serie A o quasi, 1.90 punti a partita. Con tale media, se Stroppa fosse stato in sella dalla prima giornata, la Cremonese avrebbe chiuso, teoricamente, a quota 72.4 punti, cioè poco più di mezzo punto in meno dai 73 con cui il Como è salito in A direttamente. Certo, poi si possono comunque muovere critiche all’operato di Stroppa, facendo notare come l’attacco sia quello che ha segnato meno fra le prime sette della classifica (50 gol realizzati). Ma bisogna mettersi nei panni di Stroppa, cioè quelli di un allenatore che arriva trovando una situazione pesante e che non necessariamente avrebbe risolto. E quando una squadra non funziona, almeno bisogna mettere a posto le fondamenta. E infatti la Cremonese è stata di gran lunga la squadra con la miglior difesa della B, 32 gol al passivo, 3 di meno del Parma che ha dominato la B, l’unica squadra con un dato avvicinabile a quello dei grigiorossi. Che avevano iniziato il girone di ritorno con numeri strabilianti, la Cremonese fu l’ultima squadra a perdere ì’imbattibilità nel 2024, dopo 10 giornate. Poi, qualcosa s’è inceppato, da uno come il Mudo Vazquez era lecito attendersi qualcosa di più, anche se gli anni passano per tutti e ci sta che potesse non essere il giocatore ammirato per due stagioni al Parma. Ma se ci spostiamo sui playoff, anche qui si possono trovare buone indicazioni. Dal confronto col Venezia - più forte e completo della Cremo - i grigiorossi non sono usciti male. Diceva Stroppa, con orgoglio. alla viglia della finale di ritorno: “Ho preso la squadra che era undicesima e l’abbiamo portata fin qui”. Sia chiaro, non che meritassero di andare in A al posto del Venezia. Ma comunque hanno tenuto la sfida aperta fino all’ultimo. E prima, in semifinale, era arrivato il bel 4-1 al Catanzaro, forse la più convincente prova nella stagione della Cremonese. Ecco, in attesa che la società faccia il punto con Stroppa e decida il da farsi, non solo con lui, magari si potrebbe ripartire da quella partita lì, per capire fino in fondo quanto potenziale c’è da sviluppare nella Cremonese che verrà.