Personalità, talento e un pizzico di stravaganza. Quando di ruolo fai il portiere un po' fuori dagli schemi lo devi essere e quando è proprio Stefano Turati a dirlo: "Sono matto", beh non si può far altro che credergli. Era l'1 dicembre del 2019 quando con la maglia del Sassuolo, il portiere classe 2001, fece il suo esordio in Serie A. Tanta emozione, soprattutto perché l'avversario di turno era proprio la Juventus. Ronaldo, Higuain, Dybala e... Buffon: una schiera di campioni da fronteggiare, ma la voglia di far vedere le proprie qualità. Dall'esordio in massima serie fino ai prestiti in B: prima Reggina e ora Frosinone con un filo a legare il tutto: essere protagonista. Coi ciociari si guadagna la palma di miglior portiere, supera record su record mantenendo spesso la porta inviolata e poi il 1 maggio 2023 la festa per la promozione raggiunta, cercata e voluta sin dal principio. L'1, un numero che ritorna e segna due date importanti della giovane carriera di Turati.
Turati, gli elogi di Buffon e le parate a Ronaldo
"Domani gioca uno tra Turati e Russo". De Zerbi quel 30 novembre 2019 aveva annunciato prima della sfida contro la Juve la possibile titolarità di Stefano Turati. Portiere, all'epoca, della Primavera e per tanti uno sconosciuto. L'infortunio di Consigli e Pegolo aveva spianato la strada al classe 2001 per difendere i pali neroverdi all'Allianz Stadium contro i bianconeri. Emozioni e il confronto con i grandi campioni: "Tranquillo Stefano, mal che vada perdiamo", le parole dello stesso allenatore al giovanissimo portiere prima di scendere in campo. Poi la partita. 90' di battaglia. Una lotta continua per scrollarsi di dosso tensione e, perché no, anche paure.
Due i gol subiti, uno su rigore, ma anche diverse parate importanti: la prima su Ronaldo poi sul mancino velenoso di Dybala. A fine partita è 2 a 2 e la Serie A ha potuto conoscere da vicino la favola di Turati. Giovane di belle speranze contrapposto a chi nella categoria ha fatto più di 600 presenze. Quel Buffon ammirato sin dalle sue prime partite in porta (23 gli anni di differenza tra i due) e che a fine partita l'ha abbracciato e gli ha sussurato all'orecchio. Qualche segreto, senza dubbio, ma anche tanti complimenti dopo la prova fatta. "Come nelle favole" canterebbe Vasco Rossi.