C'è sempre una pec di troppo o di meno nelle storie di calcio del terzo millennio. A Napoli, la comunicazione elettronica certificata con la quale la società di De Laurentiis faceva valere l'opzione di prolungamento del contratto di Spalletti, è stata il principio della clamorosa separazione del tecnico campione d'Italia dai partenopei. A Lecco, una pec spedita in ritardo, ma non per colpa del club, ha reso incompleta la domanda d'iscrizione alla Serie B che i lariani hanno conquistato con pieno merito sul campo, dopo averla inseguita per cinquant'anni. Così, nella peggiore delle ipotesi, il Lecco rischia addirittura di essere costretto a ripartire dai Dilettanti, essendo già chiuse le iscrizioni al prossimo campionato di Serie C.
All'origine di una situazione che definire grottesca è eufemistico, essendo senza precedenti nell'intera storia della B, c'è il ritardato arrivo a Lecco del nullaosta della Prefettura di Padova tale da consentire alla neopromossa di giocare le partite interne nello stadio Euganeo, stante l'inadeguatezza del Rigamonti Ceppi, in attesa dei necessari lavori di ammodernamento. Il Lecco ha vinto lo spareggio sul Foggia domenica 18 giugno e ha avuto soltanto 48 ore di tempo per presentare tutta la documentazione necessaria onde iscriversi alla Serie B: il termine è scaduto alle 24 del 20 giugno. Impraticabili le alternative Monza, Brescia, Novara e Vercelli, giocoforza il Lecco ha dovuto prendere atto di quanto Padova fosse l'unica soluzione possibile, sebbene disputare le gare interne in una città a 237 km di distanza dalla sede naturale imponesse grandi sacrifici alla squadra e ai suoi tifosi. Inoltre, non è stata certo colpa del Lecco se i playoff sono iniziati con dieci giorni di ritardo e la finale di ritorno si è giocata a ridosso del termine fissato per le iscrizioni. Si obietta: il club ha commesso un'ingenuità, non avendo richiesto in anticipo una proroga dei termini. Vero.
Tuttavia, la promozione è stata un'impresa talmente clamorosa e talmente imprevista, da rendere imprevedibili gli sviluppi di queste ore. Nel frattempo, gli altri club interessati al ripescaggio affilano le carte bollate. Fra ricorsi e controricorsi, ci attende una lunga estate calda. Ma il Lecco ha diritto di giocare in Serie B perché se l'è conquistata sul campo. E in un sistema qual è il Sistema Calcio Italia, stavolta deve prevalere il buon senso. Anche a costo, extrema ratio, di allargare la B a 21 squadre.