Il Palermo cambia pelle per andare in A

I siciliani grandi protagonisti sul mercato. A parte il giovane e promettente Vasic, acquistati solo veterani della B che sanno come aggiudicarsi il campionato. Ma Corini deve riconquistare la tifoseria
Il Palermo cambia pelle per andare in A© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - In queste prime battute del mercato di B, il Palermo è di gran lunga la squadra più attiva per qualità e quantità di colpi realizzati. A parte il giovane e talentuoso Vasic - già dipinto come il Tardelli del futuro e prelevato in C dal Padova, aggiudicandosi un’asta a cui partecipavano anche club di A - tutti gli altri nuovi arrivati sono veterani della categoria che soprattutto sanno cosa vuol dire andare in Serie A, l’obiettivo dichiarato per questa stagione dal Football City Group. Si è cominciato con Lucioni, reduce dalla sorprendente promozione col Frosinone, in cui il difensore era l’allenatore in campo di Grosso. Giocatore ampiamente sottovalutato che in precedenza era salito in A anche con Lecce (due volte) e Benevento. Lucioni che giostrerà nel cuore della difesa con un altro nuovo arrivato, Ceccaroni, nella scorsa stagione da gennaio in A al Lecce ma in precedenza al Venezia con cui era stato fra i protagonisti nella promozione del 2021 passando per i playoff. In attacco come vice Brunori (ma potrebbero giocare anche insieme), è arrivato Mancuso, reduce dall’annata al Como, in precedenza salito in A con Monza ed Empoli. Il prossimo ad essere ufficializzato sarà Roberto Insigne, altro caposaldo del Frosinone neo promosso in A, reduce dalla sua migliore stagione in carriera (a tratti sembrava di rivedere suo fratello Lorenzo). Evidente dunque, come il Palermo punti soprattutto su elementi che facciano crescere il tasso d’esperienza della squadra. Che sotto questo aspetto, in effetti, nella scorsa stagione, in larga parte mancava, se si considera che la stella Brunori - con cui un mese fa si è fondato il futuro della squadra facendogli prolungare il contratto fino al 2027 - era quasi un debuttante nella categoria. Insomma, il Palermo cambia pelle per dare a Corini quel che nella passata stagione non c’era. Nell’ultima annata, il Football City Group non ha mai messo pressione al tecnico di Bagnolo Mella precisando, fin da subito, che il suo operato andava valutato nell’arco di un biennio. Però la squadra aveva già dei valori non trascurabili e avrebbe potuto tranquillamente disputare i playoff, sfuggiti all’ultima giornata col beffardo 2-2 interno col Brescia. Corini di fatto non ha mai rischiato il posto, anche nei momenti più difficili ha avuto la fiducia della società. Un po’ meno della tifoseria che sa farsi sentire con numeri importanti al Barbera. Però, nonostante l’affetto per gli importanti trascorsi da giocatore rosanero, il rapporto fra Corini e la piazza non è mai veramente sbocciato, anzi, e probabilmente sarà una delle prime cose da costruire per questa annata perché nell’ultima si è vissuto soprattutto di rimpianti: la squadra conseguiva vittorie importanti con le big del campionato ma poi si buttava via con le cosiddette piccole, cosa che non deve più accadere se si vuole andare in A. Difficile dire ora se fra un mese il Palermo sarà in pole position per la promozione, anche se i colpi fatti finora lo lasciano pensare. Di sicuro ci si deve provare, anche perché potrebbe essere una B meno agguerrita nella lotta per la A, visto il turnover societario che c’è stato: ogni anno, con tre promozioni e quattro retrocessioni, in B cambiano oltre un terzo delle squadre. E a guardare i nomi delle società ai nastri di partenza, andando a vedere le loro ambizioni (più o meno dichiarate) e le loro situazioni economiche (pochi hanno la solidità del City Group), viene da pensare che questo Palermo possa già essere sulla strada giusta per riconquistare quella Serie A che al Barbera manca dal 2017.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...