Benedyczak, a Parma sognando Lewandowski

Il polacco attaccante del futuro: "Buffon idolo. Il ko di Mihaila mi ha spostato esterno ma sono una prima punta"
Benedyczak, a Parma sognando Lewandowski© LaPresse

PARMA - Un gol pesante al Genoa, l'esultanza rabbiosa sotto la curva ospiti che ha fatto "innamorare" i propri tifosi, le prossime 15 "finali" e l’idolo Lewandowski. L'uomo del momento a Parma è Adrian Benedyczak: il giovane attaccante polacco (3 gol su 5 tiri totali nello specchio in 19 presenze) si racconta a Tuttosport, alla vigilia della sfida contro la Ternana, a cui ha segnò la sua prima rete in B la scorsa stagione. Hai appena compiuto 22 anni, da quando ne hai 16 giochi a livello professionistico e sei nel giro delle nazionali giovanili, da pochi mesi sei papà. A differenza di tanti tuoi coetanei, l'impressione è che tu sia un giovane già maturo. È corretto? «Penso che sia corretto, ero molto giovane quando ho lasciato la mia casa, per questo sono diventato molto maturo più di quanto pensano i miei amici. E adesso, dato che sono papà, mi rendo conto di cosa significhi essere maturo per davvero».

L'esultanza contro il Genoa ha fatto "innamorare" molti tifosi. Ci racconti come e perché hai deciso di festeggiare un gol così importante sotto una curva piena di tifosi ospiti?
«Ho applaudito così, perché sono stato provocato e ho difeso i colori che indosso. L’ho fatto per me stesso, per i miei compagni di squadra e per i nostri tifosi! Era una partita importante, “quasi” un derby, e la sentivamo dentro questa voglia e questa rabbia, anche per riscattare la partita di Cosenza».

Domenica scorsa, per la prima volta in questa stagione, il mister ti ha schierato nel ruolo di prima punta, ma paradossalmente hai segnato quando ti ha spostato sulla fascia sinistra del tridente. Cosa cambia per te a livello tattico e quali difficoltà comporta?
«Sono stato molto felice che l’allenatore mi abbia messo nella mia posizione in questa partita molto importante, ma sfortunatamente Mihaila si è infortunato, quindi l’allenatore mi ha spostato sull’esterno. E io do sempre tutto, ovunque l’allenatore mi metta in campo. Prima di tutto, come ala devo difendere più che attaccare, ma cerco di fare sempre del mio meglio».

Che peso hanno avuto le parole di Buffon nel post Parma-Genoa, soprattutto per voi giovani? Qual è il clima nello spogliatoio?
«Gigi Buffon è una leggenda, quindi penso che tutto quello che dica sia molto forte e motivante per tutti, in particolare per noi giovani giocatori. L’atmosfera nello spogliatoio è molto motivante, si respira sempre un’energia positiva».

Mancano 15 partite alla fine del campionato, come vanno affrontate? La promozione diretta (-7) è un traguardo possibile?
«Come squadra siamo concentrati per la prossima partita. Ogni partita dobbiamo trattarla come una finale, spero che questo modo di pensare ci aiuti a finire la stagione nel miglior modo possibile».

Ti sei chiesto perché non siete ancora riusciti ad avere una continuità di rendimento?
«Do sempre tutto, ma è una decisione dell’allenatore come utilizzarmi al meglio. Quindi l’unica cosa che posso fare è lavorare sodo, è la mia unica ricetta: il lavoro».

La Polonia esporta grandi centravanti: Boniek e Lewandowski, su tutti, ma anche Milik e Piatek. Ti ispiri a uno di loro?
«Da ogni giocatore che hai citato puoi prendere degli spunti per te stesso, ma credo che il mio modello, e per me è uno dei migliori, sia sicuramente Robert Lewandowski».

Un aspetto della B che ti è piaciuto e uno che non riesci a sopportare?
«In questo campionato, chiunque può battere chiunque. Purtroppo lo abbiamo visto anche sulla nostra pelle… Non ci sono favoriti, al momento, anche se il Frosinone ha preso un buon margine di distacco. Cosa non mi piace? Gli stadi. Devo dire che non mi piacciono particolarmente, di solito sono molto vecchi».

Quest'estate sono circolate voci su una tua possibile cessione all'estero: erano fondate?
«Non mi piace condividere questo aspetto della mia carriera e anche della mia vita. L’unica cosa che posso dire è che, anche se ci sono state voci su di me, finalmente sono rimasto qui per rappresentare il Parma, di cui sono orgoglioso e onorato».

Come ti trovi a vivere a Parma e qual è il tuo rapporto quotidiano con gli «spazi» e il cibo della città?
«Il cibo italiano è il migliore per me, quindi mi sono innamorato di quei pasti. Parma è anche una città molto sicura, quindi mi sento davvero orgoglioso di vivere qui con la mia famiglia».

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