TORINO - E adesso, occhio al Parma. Nelle ultime giornate la giovane e talentuosa squadra di Fabio Pecchia, ha trovato quel che prima era più mancato in stagione: la continuità nei risultati. Tutto nasce dalla sconfitta di Como del 18 marzo. Un ko bruciante, dove erano venuti fuori tutti i limiti caratteriali di una squadra in realtà dotata di un potenziale enorme (basta dire che il Parma, con le prime della classe, Genoa e Frosinone, ha raccolto 10 punti su 12). Ma da quel 18 marzo, qualcosa è scattato e la squadra non ha più perso, mettendo insieme 10 punti in 4 partite: vittoria sul Palermo (fondamentale per tenere fuori i siciliani dalla zona playoff), colpo a Cittadella, pareggio a Modena, fino al successo di sabato scorso sul Cagliari, altro scontro diretto chiave per definire la griglia playoff.
E mentre la squadra di Ranieri inizia a perdere un po’ troppi colpi, quella di Pecchia è fra le più in forma e la più in palla per conquistare un piazzamento importante nella griglia playoff. Con 4 gare ancora da disputare, il 3° posto del Bari appare fuori portata (i pugliesi hanno 9 punti di vantaggio e nelle ultime 4 gare hanno tenuto lo stesso passo degli emiliani). Ma il 4° posto del Sudtirol, avanti solo due lunghezze, è attaccabilissimo, visto il momento che attraversano gli altoatesini (un punto nelle ultime tre giornate, fatto però sabato scorso in casa della capolista Frosinone). Chiudere al 3° o 4° posto vuol dire saltare il turno preliminare dei playoff e in teoria avere più possibilità di essere la terza squadra a salire in A (il Monza, che un anno fa trionfava ai playoff, aveva chiuso il campionato proprio al 4° posto). Dunque, occhio al Parma di Pecchia. La scorsa estate era considerata dagli scommettitori la terza forza della B, dopo Genoa e Cagliari.
In realtà Pecchia non aveva un compito semplice, dovendo spalare le macerie di due stagioni fallimentari: prima la retrocessione dalla A, poi il 12° posto della scorsa annata con una squadra che era considerata la prima favorita per la promozione ma che non lottò mai neanche per un piazzamento playoff. Insomma, Pecchia ereditava una situazione ambientale tutt’altro che semplice. Dal mercato poi, sia in estate che nella sessione di gennaio, non sono arrivati colpi decisivi. La società sapeva di avere un organico di livello assoluto, con tanti elementi da categoria superiore (vedere il gol di Man, sabato al Cagliari) che andavano verificati con un manico diverso, quello di Pecchia appunto, che un anno fa faceva un capolavoro portando in A la Cremonese. L’ex collaboratore di Benitez, oltre a una caterva di infortuni (ma adesso l’infermeria è quasi vuota), ha soprattutto dovuto fare i conti con l’assenza di uno stoccatore d’area che garantisse i gol per la promozione.
E alla fine sembra averla risolta facendo giostrare il Mudo Vazquez da falso nueve. L’italo-argentino, uno dei pochi che avevano brillato nella passata stagione, sta giocando un’altra grande annata, anche sotto l’aspetto della duttilità, visto che è stato impiegato pure come mediano e trequartista. E da lui (assieme a Buffon e Ansaldi), sta arrivando l’esempio dei veterani per trascinare i compagni più giovani a dare quel qualcosa in più. Insomma, dopo una stagione sulle montagne russe, con risultati eclatanti seguiti da brucianti cadute, vuoi vedere che per la A attraverso i playoff c’è anche e soprattutto il Parma? Gli spareggi promozione sono spesso un terno al lotto ma al momento, fra le possibili sei contendenti, gli emiliani sembrano i più forti. A patto che non si buttino più via partite con le piccole. A iniziare dall’impegno del 1° Maggio, quando il Parma sarà di scena in casa del Benevento ultimo in classifica ma ancora vivo, pur mettendo in preventivo il -1 in classifica che colpirà gli emiliani per la vicenda dei ritardati pagamenti di marzo.