La Sampdoria va con Pirlo, ma Inzaghi attacca...

La terza sconfitta interna fa sentire i primi scricchiolii: il club ha puntato molto sull’attuale allenatore ma il fantasma di Pippo aleggia
La Sampdoria va con Pirlo, ma Inzaghi attacca...© LAPRESSE

La Sampdoria è di nuovo in piena tempesta ma conferma la fiducia ad Andrea Pirlo. Almeno per ora perché – come sottolineato dallo stesso tecnico bresciano dopo la sconfitta col Cittadella – un allenatore è «sempre in discussione» in base ai risultati.

Fiducia da parte del club, che ha puntato molto su Pirlo anche in termini di immagine, anche se serve un veloce cambio di passo visto che in questo momento Murru e compagni sono in piena zona retrocessione. E dunque il rischio è quello della Serie C, dove la Sampdoria non è mai stata in tutta la sua storia. Fiducia a tempo dunque in vista delle prossime gare con Parma, Como e Catanzaro in cui i blucerchiati dovranno mostrare segnali di risveglio. Tant’è che nelle ultime ore il tam tam – ufficialmente smentito dalla stessa società di corte Lambruschini – porta al nome di Pippo Inzaghi: in caso di cambio tecnico il nome dell’ex allenatore della Reggina (che era stato accostato alla Samp anche in estate prima della scelta di Pirlo) potrebbe prendere quota anche perché si tratterebbe di un profilo con una grande esperienza alle spalle nel campionato di Serie B. Un ulteriore pressione insomma sulle spalle del mister doriano che tuttavia – va detto – non è l’unico colpevole di questa crisi di risultati figlia di una risalita societaria ancora in corso con vincoli dettati dal tribunale e dal piano di ristrutturazione dei debiti ancora in attesa dell’omologa, ma da cui di sicuro era lecito attendersi qualcosa di meglio.

Mercato low cost e pressione del Ferraris

Il mercato low cost gestito da due dirigenti alla prima grande esperienza come Legrottaglie e Mancini ha mancato molti obiettivi (Ferrari, Pereyra e Coda su tutti) e al netto delle tante partenze ha pescato forse il solo Pedrola tra i giocatori che possono davvero fare la differenza, anche se altri giovani (come Stankovic e Ghilardi) sembrano comunque avere delle potenzialità. Un aspetto per certi versi contraddittorio anche quello della pressione del Ferraris, dove la Sampdoria ha vinto solo una partita – lo scorso marzo contro il Verona – in tutto l’anno solare.

E dove i 20 mila tifosi doriani anche l’altra sera hanno sostenuto a gran voce e senza sosta la squadra per novanta minuti e oltre, prima dei fischi di disapprovazione dopo il fischio finale. «Quando non vinci è normale che il pubblico abbia la possibilità di applaudire e fischiare. La pressione si sente. Sono rimaste delle scorie delle stagioni passate. Dobbiamo lavorare molto sulla testa. Il nostro stadio è questo, ci sarà sempre questo pubblico e non possiamo sempre deluderli» le parole dello stesso Pirlo. Curioso però che il tecnico parli di scorie del passato visto che la Samp attuale è cambiata completamente rispetto a quella che è retrocessa in Serie B.

Per capirci nella formazione iniziale contro il Cittadella l’unico reduce dalla scorsa stagione era Murru, quindi l’alibi non regge. La verità è che questa Samp deve capire in fretta che il vero obiettivo oggi è la salvezza e deve badare al sodo. Serve cambiare qualcosa a livello di equilibri tattici, serve difendersi meglio, serve cercare un gioco migliore e i singoli – su tutti Borini e Ricci, fortemente voluti da Pirlo – devono dare di più. La sveglia deve suonare in fretta. Perché altrimenti la Sampdoria rischia davvero, anche dopo il sospiro di sollievo della salvezza societaria, di vivere un incubo senza fine.

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