La Samp affonda, tremano sia Pirlo che Legrottaglie: i possibili sostituti

La squadra contestata a Salerno e all’arrivo all’aeroporto. Sabato esame decisivo con il Palermo
La Samp affonda, tremano sia Pirlo che Legrottaglie: i possibili sostituti© LAPRESSE

Sarebbe sbagliato parlare di contestazione ma di sicuro tra i tifosi della Sampdoria sta salendo sempre più il malcontento. Passano gli anni, cambiano le guide societarie e buona parte dei calciatori ma le prove sportivamente mortificanti continuano. E dopo una retrocessione senza appello in B, dopo un fallimento societario evitato in extremis, ora il rischio è addirittura quello di una caduta in Serie C. Categoria che i blucerchiati non hanno mai disputato nella loro storia. Anche se la Coppa Italia non era certo il primo pensiero stagionale, la figuraccia di martedì a Salerno ha avuto le sue conseguenze anche a livello ambientale. Prima allo stadio Arechi dove i supporter blucerchiati - dopo aver sostenuto la squadra a gran voce per tutti i novanta minuti - al fischio finale hanno manifestato tutta la loro disapprovazione ai giocatori per prestazioni così negative.

Samp, i mal di pancia della piazza

Poi l'altra sera all'aeroporto di Genova alcuni tifosi e tifose - a dir la verità un piccolo gruppo - hanno fatto sentire la propria voce alla squadra di ritorno da Napoli in charter. «Come uomo non posso dirti niente, ma nella Juventus la formazione te la faceva Ronaldo» il messaggio di un tifoso direttamente al tecnico Pirlo, che ha preferito rispondere con un sorriso. «Qui ti perdi, se vuoi parliamo di calcio», la replica del direttore tecnico Nicola Legrottaglie. Niente di clamoroso, niente di trascendentale. Ma l'episodio fa capire come nella piazza - che pure sin qui ha sempre ribadito grande riconoscenza nei confronti degli azionisti Manfredi e Radrizzani capaci lo scorso maggio di evitare il crac della società all'ultima curva - stia crescendo un certo mal di pancia nei confronti di una squadra e di un progetto tecnico che non sta funzionando.

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Mercato Samp e cosa non va

Le responsabilità vanno attribuite a tutti e non solo a Pirlo che tuttavia sa bene di non poter continuare a perdere. Al netto dei paletti di mercato e delle difficoltà finanziarie dell'estate la squadra costruita dai due azionisti nonché da Mancini e Legrottaglie non sta girando. Forse il solo Pedrola - peraltro oggi fuori per infortunio - resta l'unico vero colpo riuscito a fronte di tante partenze eccellenti e di qualche mancata conferma (leggi Quagliarella) che continua a far discutere. Alcune operazioni - su tutte quella di Ricci, forse la più grande delusione stagionale - sinora sono fallimentari. Alti e bassi dai giovani pur promettenti Stankovic, Ghilardi e Facundo Gonzalez, molto da rivedere anche nel reparto offensivo dove Borini si è visto solo a sprazzi ed Esposito punge poco.

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E poi De Luca e La Gumina sono praticamente non pervenuti. Con tutte le attenuanti del caso ancora non si intravede una linea chiara nella gestione del club. In una prima fase il "presidente" sembrava Radrizzani, ora invece è Manfredi ad essere in prima linea. Senza dimenticare neppure il ruolo di consigliere esterno da parte di Paratici, che in un primo momento sembrava avere un peso specifico superiore nelle strategie del club. Tant'è che non è da escludere che la Samp possa affidarsi da qui a gennaio anche a un nuovo ds, anche se i rumors sull'ex blucerchiato Pasquale Foggia non trovano conferme. Tutto questo mentre Pirlo si gioca forse un pezzo di panchina (l'ultimo nome accostato alla panchina blucerchiata quello di Rolando Maran) nella gara di sabato col Palermo a Marassi, altro bivio di una stagione sin qui sempre vissuta in salita dai blucerchiati.

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Sarebbe sbagliato parlare di contestazione ma di sicuro tra i tifosi della Sampdoria sta salendo sempre più il malcontento. Passano gli anni, cambiano le guide societarie e buona parte dei calciatori ma le prove sportivamente mortificanti continuano. E dopo una retrocessione senza appello in B, dopo un fallimento societario evitato in extremis, ora il rischio è addirittura quello di una caduta in Serie C. Categoria che i blucerchiati non hanno mai disputato nella loro storia. Anche se la Coppa Italia non era certo il primo pensiero stagionale, la figuraccia di martedì a Salerno ha avuto le sue conseguenze anche a livello ambientale. Prima allo stadio Arechi dove i supporter blucerchiati - dopo aver sostenuto la squadra a gran voce per tutti i novanta minuti - al fischio finale hanno manifestato tutta la loro disapprovazione ai giocatori per prestazioni così negative.

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Poi l'altra sera all'aeroporto di Genova alcuni tifosi e tifose - a dir la verità un piccolo gruppo - hanno fatto sentire la propria voce alla squadra di ritorno da Napoli in charter. «Come uomo non posso dirti niente, ma nella Juventus la formazione te la faceva Ronaldo» il messaggio di un tifoso direttamente al tecnico Pirlo, che ha preferito rispondere con un sorriso. «Qui ti perdi, se vuoi parliamo di calcio», la replica del direttore tecnico Nicola Legrottaglie. Niente di clamoroso, niente di trascendentale. Ma l'episodio fa capire come nella piazza - che pure sin qui ha sempre ribadito grande riconoscenza nei confronti degli azionisti Manfredi e Radrizzani capaci lo scorso maggio di evitare il crac della società all'ultima curva - stia crescendo un certo mal di pancia nei confronti di una squadra e di un progetto tecnico che non sta funzionando.

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