Superlega, la sentenza che spazza via i timori: mazzata su Uefa e Ceferin

La sentenza del Tribunale Commerciale di Madrid e il progetto di un nuovo torneo che ora dipende solo dalla volontà dei club europei di far nascere qualcosa di diverso

È una mazzata per l’Uefa e una vittoria importante per la Superlega, la cui nascita, a questo punto, dipende solo dalla volontà dei club europei di far nascere qualcosa di diverso. Nessun tribunale, infatti, potrà mai dare il via a una Superlega o un’altra competizione internazionale, quello di Madrid però ha spianato la strada a livello legale perché il progetto possa partire senza che l’Uefa (o la Fifa) abbiano modo di dire o fare nulla.

Il Tribunale di Madrid ribadisce il concetto

Anzi è stato esplicitamente vietato di vietare la nascita di altre competizioni e di stanziare in qualsiasi modo i club che vogliono parteciparvi. Il Tribunale di Madrid ha scritto una sentenza epocale, anche se non sorprendente, perché la Corte di Giustizia Europea aveva indicato la via con la sua pronuncia del 21 dicembre 2023 e non c’era modo di equivocarne l’interpretazione: l’Uefa (e la Fifa, che viene sempre associata, ma in questa vicenda ha un ruolo marginale e molto più da osservatore che da protagonista) non possono gestire il calcio internazionale come un monopolio e abusare della loro posizione dominante. Il concetto ribadito in modo esplicito dal Tribunale di Madrid, che prende in esame gli statuti dei due enti e ne snocciola gli articoli che violano le leggi sulla libera concorrenza dell’Unione Europea.

Per l’Uefa sono gli articoli 49 e 51, che riguardano proprio il meccanismo di autorizzazione dell’Uefa a tornei o competizioni non organizzate da lei stessa. Nel comunicato del tribunale si legge, inoltre, che Uefa e Fifa «hanno abusato della loro posizione dominante e impediscono la libera concorrenza nel mercato, concedendo a loro stessi il potere discrezionale di vietare la partecipazione a competizioni alternative e di imporre restrizioni ingiustificate e sproporzionate che violano gli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non è possibile imporre un divieto"

E ancora impone a Uefa e Fifa di «cessare le condotte anticoncorrenziali sanzionate e di vietarne la futura reiterazione, oltre a condannarle a rimuovere immediatamente tutti gli effetti delle azioni anticoncorrenziali che si sono verificate prima o durante la durata del presente procedimento, che ha avuto inizio il 18 aprile 2021 quando ESLC ha annunciato il lancio di un progetto per una nuova competizione calcistica professionistica, denominata Superliga, e ha intentato azioni antitrust in risposta alla reazione delle suddette istituzioni.... ...La sentenza accoglie il ricorso dell’ESLC in quanto le azioni dei convenuti non erano finalizzate unicamente a impedire lo sviluppo di un progetto specifico, ma a impedire l’introduzione di un terzo concorrente e la modifica del sistema monopolistico di organizzazione delle competizioni».

E infine: «Non è possibile imporre un divieto o una restrizione in astratto, cioè imporre un divieto in futuro su qualsiasi altro progetto o modifica del progetto già presentato. Ammettere il contrario significherebbe accettare una sorta di divieto o di schermatura di qualsiasi progetto di competizione calcistica presentato dai richiedenti, il che non è accettabile. Spetterà alle parti intervenute modificarlo e adattarlo in una fase successiva. Ciò non significa che lo scopo della procedura sia quello di autorizzare qualsiasi competizione, ma di porre le basi per un sistema di libera concorrenza nell’organizzazione delle competizioni calcistiche». La sentenza è appellabile ed è certo che l’Uefa farà ricorso, ma la sentenza offre poche sponde per cambiarne la sostanza.

Il progetto Superlega

E quindi? Quindi la Superlega non nasce da questa sentenza, che offre semplicemente il terreno sul quale eventualmente edificarla. I mattoni saranno i club che vorranno, eventualmente, costruirla e costruire un futuro diverso (migliore? peggiore? questo non lo si può decidere ora) al calcio europeo. Bernd Reichart sta parlando con loro da mesi, avendo a che fare con dirigenti e proprietà stanche di un certo modo di gestire il calcio, ma anche spaventate dalle conseguenze di aderire a un progetto osteggiato in modo violento e severissimo da parte dell’Uefa. Ora quei timori sono spazzati via da una sentenza che garantisce la libera scelta. Non è nata la Superlega, quindi. Da ieri abbiamo semplicemente una sentenza di un tribunale europeo che ci ricorda che non viviamo in Corea del Nord, che esiste (ed è garantita) la libera concorrenza e che se un gruppo di club europei decidesse di organizzare un torneo alternativo, può farlo, con buona pace di chi il calcio lo governa e non vuole mollare quel potere. Insomma, è difficile prevedere se un qualche tipo di Superlega vedrà mai la luce o se la Champions sarà eterna, ma certamente il sistema politico del calcio europeo da ieri è un po’ più fragile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

È una mazzata per l’Uefa e una vittoria importante per la Superlega, la cui nascita, a questo punto, dipende solo dalla volontà dei club europei di far nascere qualcosa di diverso. Nessun tribunale, infatti, potrà mai dare il via a una Superlega o un’altra competizione internazionale, quello di Madrid però ha spianato la strada a livello legale perché il progetto possa partire senza che l’Uefa (o la Fifa) abbiano modo di dire o fare nulla.

Il Tribunale di Madrid ribadisce il concetto

Anzi è stato esplicitamente vietato di vietare la nascita di altre competizioni e di stanziare in qualsiasi modo i club che vogliono parteciparvi. Il Tribunale di Madrid ha scritto una sentenza epocale, anche se non sorprendente, perché la Corte di Giustizia Europea aveva indicato la via con la sua pronuncia del 21 dicembre 2023 e non c’era modo di equivocarne l’interpretazione: l’Uefa (e la Fifa, che viene sempre associata, ma in questa vicenda ha un ruolo marginale e molto più da osservatore che da protagonista) non possono gestire il calcio internazionale come un monopolio e abusare della loro posizione dominante. Il concetto ribadito in modo esplicito dal Tribunale di Madrid, che prende in esame gli statuti dei due enti e ne snocciola gli articoli che violano le leggi sulla libera concorrenza dell’Unione Europea.

Per l’Uefa sono gli articoli 49 e 51, che riguardano proprio il meccanismo di autorizzazione dell’Uefa a tornei o competizioni non organizzate da lei stessa. Nel comunicato del tribunale si legge, inoltre, che Uefa e Fifa «hanno abusato della loro posizione dominante e impediscono la libera concorrenza nel mercato, concedendo a loro stessi il potere discrezionale di vietare la partecipazione a competizioni alternative e di imporre restrizioni ingiustificate e sproporzionate che violano gli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Superlega, la sentenza che spazza via i timori: mazzata su Uefa e Ceferin
2
"Non è possibile imporre un divieto"