Martedì Norvegia-Serbia: c’è Haaland. Vlahovic, fatti sentire!

Grande attesa per Norvegia-Serbia. Il bomber del City vola in Premier e Champions, il bianconero deve inseguire
Martedì Norvegia-Serbia: c’è Haaland. Vlahovic, fatti sentire!

TORINO - La sfida del futuro è adesso, o meglio domani. E non in Champions League, a livello di club, bensì in Nations tra la Norvegia e la Serbia nella sfida per la conquista del girone e la promozione nella Serie A della competizione. Una partita che pesa e che avrà in Erling Haaland e Dusan Vlahovic i protagonisti più attesi in un vero e proprio duello generazionale destinato ad accendere le fantasie dei tifosi e degli appassionati nei prossimi anni. Anche se è necessaria una premessa: il norvegese è più giovane del serbo di qualche mese, ma ha già conquistato lo status di superstar a colpi di prestazioni e numeri impressionanti, prima nel Red Bull Salisburgo, poi nel Borussia Dortumund e adesso nel Manchester City, che per assicurarselo ha sborsato 60 milioni di euro (che arrivano a 100 tra commissioni e bonus) più un ingaggio monstre. Lo juventino è partito forte, dal settore giovanile della Fiorentina, tanto quanto il coetaneo rivale, ma non è ancora riuscito a confermare il salto di qualità all’interno di un top club. Certo, a entrambi manca la consacrazione con la conquista di un titolo prestigioso: entrambi hanno la Champions League nel mirino e sognano di ripercorrere le gesta di Messi e Cristiano Ronaldo, o quantomeno di potersi avvicinare a loro creando un dualismo storico per il calcio mondiale. Diciamo che in questo momento Haaland viaggia a una velocità simile a quella di Kylian Mbappé, altro fenomeno assoluto che rispetto agli altri due ha due anni in più all’anagrafe e, a differenza del norvegese e del serbo, ha già in bacheca la prestigiosa vittoria del Mondiale nel 2018 da protagonista e uomo copertina. Per poter vedere accostato il suo nome nella stessa frase in cui compaiono i marziani sopraccitati, Vlahovic deve ancora compiere un balzo in avanti e la sfida diretta di domani tra Norvegia e Serbia, in una partita vera con in palio punti pesanti, può essere l’occasione non solo per sbloccarsi (non va in rete dal 31 agosto e per un bomber di livello è un digiuno interminabile), ma anche per mandare un messaggio all’altro cavallo di razza classe 2000.



Come Capello con Ibra

Massimiliano Allegri osserva, ben sapendo che dai colpi e dai gol del serbo passano anche le sorti della Juventus in cerca di rilancio al rientro dalla sosta. E sapendo, altrettanto bene, che a volte basta una scintilla per accendere un campione. O anche il lavoro mirato. In questo senso si possono raccontare diverse storie, ma forse la più efficace è quella che narrava Fabio Capello qualche anno fa su Zlatan Ibrahimovic: «Dopo un mese e mezzo alla Juventus venne da me Mino Raiola e disse: “Lo sai che Ibrahimovic rompe le mani ai portieri?”. E io gli risposi: "Finora da noi hanno rotto solo i vetri dietro la porta in palestra”. Ibrahimovic calciava alla sua maniera, allora pian pianino gli ho fatto capire come doveva mettere il piede. Poi gli ho detto: “Sei grande, ma non sai colpire di testa”. Lui si è messo subito a disposizione. Ci sono calciatori che nonostante siano grandi campioni hanno l’umiltà di fermarsi alla fine dell’allenamento, stanno lì tutti i giorni a lavorare». E così lasciava per ore Ibra con il vice, Italo Galbiati, per migliorare in ogni aspetto: i risultati poi si sono visti. Ecco, anche per quanto riguarda l’attaccante serbo, Allegri saprà sicuramente cosa fare. Di sicuro Vlahovic nella Juventus non sta attraversando un periodo facile, come del resto la squadra in generale.

Il confronto dei numeri

E il raffronto tra i suoi numeri e quelli di Haaland in questo primo mese e mezzo di stagione è particolarmente severo. In Premier League il passo del norvegese è impressionante: finora ha disputato 7 match e ha messo a segno 11 reti, con due triplette (con Crystal Palace e Nottingham Forest) e una doppietta (al West Ham); in Champions League non è da meno con 3 gol in 2 partite e una media generale spaventosa di una rete ogni 54 minuti giocati. Dire che finora per Vlahovic le cose non sono andate allo stesso modo è un eufemismo: 4 gol in 6 gare (doppietta al Sassuolo al debutto in campionato) e a secco nei 2 confronti di Champions. Ma l’annata è ancora lunga e il tempo di riscattarsi c’è: intanto va detto che Vlahovic godrà della vetrina del Mondiale in Qatar, mentre Haaland non avrà la stessa possibilità perché la Norvegia non si è qualificata per la competizione. E domani ci sarà il confronto diretto che magari potrà pure avere un effetto molla sul serbo. Lo aveva raccontato Beppe Marotta: «Quando ero alla Juventus avrei potuto prendere Haaland a due milioni», ma poi non se ne fece nulla. La storia sarebbe cambiata completamente: ora il numero 9 bianconero lo indossa Dusan e vuole dimostrare di meritarselo.

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