Italia, Immobile a casa e in attacco cresce l’ipotesi Gnonto

Mancini smonta le indiscrezioni sul no del laziale: "Voleva venire, anche se ko. Troppo rischioso portarlo"
Italia, Immobile a casa e in attacco cresce l’ipotesi Gnonto© Getty Images

BUDAPEST - Montata, smontata e rimontata, la questione del forfait di Ciro Immobile rappresenta, comunque la si voglia vedere, la cartina di tornasole che si colora per rivelare l'acidità dei rapporti che circondano la Nazionale. Anche se, alla fine, tanto la posizione ufficiale della Figc quanto le parole di Roberto Mancini sono nette nello smontare le indiscrezioni circa l’ingerenza del club (nello specifico, ovviamente, la Lazio) nell'indirizzare la decisione del proprio attaccante circa la rinuncia alla sfida contro l'Ungheria. Un forfait che, dopo gli esami alla coscia “contratturata” è arrivato definitivamente ieri mattina praticamente ai piedi della scaletta dell'aereo. Mancini ha smontato il caso - e, va detto, con sincerità - ma ha ancora approfittato dell'episodio per sottolineare la necessità di un approccio più fidelizzato alla maglia azzurra: "Immobile? Abbiamo provato a recuperarlo e lui è stato bravissimo a stare con noi. Poi ieri mattina abbiamo deciso di lasciarlo a casa perché non valeva la pena correre il rischio, diventata troppo pericoloso. Dispiaceva a tutti: lo abbiamo deciso insieme. Ciro sarebbe rimasto volentieri, è rimasto con noi anche durante la prima partita. Ha voluto provarci, ma non si allenava da tre giorni... Ne abbiamo parlato con i nostri medici e abbiamo deciso che non si poteva rischiare. Non stava malissimo, lui voleva recuperare ma si è allenato pochissimo e non è stato così semplice. Ci siamo sentiti quando sono arrivato a Milano, ma era una cosa di cui si era già discusso in questi giorni". La sensazione, e anche bella forte, e che comunque Mancini sia stato soddisfatto di questa volontà reale da parte di Immobile. Perché il percorso di ri-fidelizzazione verso l'azzurro continua, eccome: "Il fatto è che gli infortuni non mi stupiscono: è un problema che hanno tutti i ct durante l'anno perché i giocatori hanno tante partite, i viaggi. Ma la cosa più importante è la voglia di venire in Nazionale. Noi non abbiamo mai creato problemi ai club, ma forse bisogna ricordare che la Nazionale è molto importante per un giocatore e che a volte bisognerebbe amarla un po' di più".



L'assenza di Immobile dovrebbe indurre il ct a riproporre la stessa coppia che di attaccanti che ha giocato contro l'Inghilterra, con Scamacca punto di riferimento e con Raspadori a girargli attorno. Ecco: al netto di infortuni e squalifiche la novità più luminosa è la crescita di Raspadori, al punto che non è irrealistico immaginare la Nazionale del futuro costruita attorno all'attaccante del Napoli. Mancini, che dall'inizio della sua avventura da ct cerca un attaccante con queste caratteristiche, cerca di mantenere un basso profilo ma è innegabile che gli brillino gli occhi poiché ragiona di prospettiva: "Una Nazionale attorno a Raspadori? Beh, siamo stati noi a portarlo agli Europei dopo che aveva giocato pochissime partite. Ha tutte le qualità per diventare un giocatore importante ma deve crescere, deve accumulare esperienza a livello internazionale. Ha qualità tecniche notevoli e potrà diventare un giocatore importante per la Nazionale".



Poi, al di là dei protagonisti, preme ovviamente la necessità di provare a vincere questa partita per conquistare una Final Four che sarebbe balsamo e rinascita: "Abbiamo 50 possibilità a testa di farcela: loro possono contare anche sul pareggio. Il fatto di esser qui a giocarci il primo posto a 90 minuti dalla fine ci fa piacere, proveremo a passare il turno. L'Ungheria gioca con un sistema di gioco simile all'Inghilterra. Noi non dobbiamo farci prendere dal panico di far gol: ci servono tranquillità e tecnica e, anche con l'assetto di venerdì (il 3-5-2, ndr), bisognerà essere più offensivi. E dobbiamo poi difendere bene: l'Ungheria, allenata molto bene da un mio ex compagno, in casa davanti a 70mila spettatori proverà a vincere e noi dovremo giocare con la massima tranquillità".



Ma non provate a far dire a Mancini che l'eventuale final four di Nations League sia la linea del Piave per lui e per la sua Nazionale "Io non devo ritrovare certezze - ha tagliato corto il ct, salvo poi argomentare -. Non poter giocare il Mondiale sarà una sofferenza enorme, ma io conosco abbastanza bene il calcio e so che a volte capitano queste cose anche quando non si meritano. Così, andare alle finale di Nations League potrebbe essere molto importante per i giovani ragazzi per giocare nuove importanti partite di grande esperienza internazionale".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...